Su Mannau non è semplicemente una delle 3.800 grotte della Sardegna nascosta, quella alternativa al turismo di massa delle stupende spiagge. Su Mannau è un racconto. Su Mannau è un libro scritto dalla natura nella profondità della terra. Su Mannau è una favola narrata con enfasi e passione da un cantastorie speciale, uno speleologo per il quale Su Mannau è stato come un figlio.
E poi Su Mannau è una leggenda. È storia. È un viaggio nel tempo e nello spazio.
E allora proprio così cercheremo di raccontarvela e di trasmettervela, perché così noi l’abbiamo vissuta:
La Grotta di Su Mannau.
Narrare: il racconto nel racconto
Tutto iniziò molto tempo prima del nostro arrivo e tutto ci è stato trasmesso dalla guida, il cantastorie, lo speleologo a cui va tutto il merito.
Mannau
“Ai tempi dei tempi mentre gli uomini erano indaffarati a costruire il Tempio di Antas si aggirava nei boschi a poca distanza dal villaggio di Flumen Major una creatura spaventosa, un orco orribile di nome Mannau. Gli uomini ne erano terrorizzati dal tanto fosse brutto e presto iniziarono ad associare la sua bruttezza al male. E invece Mannau era molto buono e aveva un cuore grande, ma gli uomini non lo sapevano.
Capitò che un giorno gli uomini riuscirono a non far prevalere la paura, non scapparono quella volta e successe che alla fine catturarono Mannau. Decisero di imprigionarlo in una grotta nera, buia e molto profonda così che nessuno avesse mai più potuto vedere la sua spaventosa bruttezza. Nell’oscurità della grotta il povero Mannau pianse. Pianse tanto, pianse dalla disperazione, ma anche di gioia.
Le sue lacrime furono così copiose che formarono prima un lago, poi un fiume sotterraneo e infine una sorgente d’acqua pura. Gli uomini allora capirono. Capirono che Mannau era buono. Andarono alla grotta per liberarlo. Ci andarono con delle lucerne.
Ma Mannau non volle mai più uscire per godere la bellezza della grotta dove ancora oggi si aggira indisturbato lontano dagli sguardi degli uomini. Da allora gli uomini si recarono sempre all’ingresso della grotta con lucerne votive per ringraziare le lacrime di Mannau, per pregare l’acqua.”
L’acqua
L’acqua era la vita, era la fertilità, era la Dea Madre. E i Sardi da sempre la pregano. Lo fecero con pozzi sacri, con nuraghi costruiti intorno a dei pozzi, lo fecero alle sorgenti votive dell’isola. Qui, a Su Mannau, lo fanno in una grotta.
Una grotta che ha l’acqua.
E ancora oggi i vecchi del paese dicono “Mannau deve soffrire, ma guai se dovesse morire”.
Il Tempo
Così non stupisce trovare lucerne, frammenti e reperti archeologici nella prima sala della grotta di Su Mannau. Una sala che in 70 metri di lunghezza ci presenta lucerne nuragiche, puniche, romane. Ma poi vennero i tempi recenti. Lo scorso secolo. La Sardegna era un’isola di pastori, di pastori e minatori.
E i pastori trovarono in Su Mannau un ricovero per gli animali, perché la grotta sembrava fredda d’estate e calda d’inverno. Proprio uno di questi pastori incontrò il nostro speleologo. Ma ancora non era speleologo era un ragazzino.
E il pastore gli disse di non entrare nelle profondità della grotta, di non andare oltre quell’ingresso, quella stanza. Il buio lo avrebbe catturato, non ne sarebbe più uscito come Mannau. Quando alcuni anni dopo vi entrò da speleologo capì che il pastore si sbagliava, si sbagliava perché non vi era mai entrato.
Una sola goccia
Una goccia è in grado di scrivere libri, libri da leggere al contrario andando indietro nel tempo passando da glaciazioni che hanno reso l’acqua purissima e segni bianchi sulle pareti della grotta a interglaciazioni con grandi foreste che hanno reso l’acqua aggressiva e linee scure. Così che una goccia ha scritto sulle rocce di Su Mannau la storia delle fasi climatiche della Terra.
Una goccia fa crescere a strati stalagmiti e stalattiti. Goccia dopo goccia una stalagmite cresce di 1 cm ogni 100 anni, una stalattite 1 ogni 200. Così se si vede una stalagmite di 20 centimetri, vuol dire che iniziò a crearsi quando Cristo era un bambino, una pochi centimetri più grande nasceva l’impero Romano, una di 35 centimetri, c’erano i nuragici.
Ogni goccia ci presenta una storia. A ogni passo dentro Su Mannau questa ci viene spiegata.
Il buio
Addentrandoci sempre più scendiamo di profondità, arriveremo a 60 metri più giù e poco per volta fa capolino dietro la luce frontale un altro grande protagonista della grotta, il buio. Noi al buio non ci stiamo. Ci sono le luci e pensare delle luci apposta per la grotta non fu facile.
Nemmeno un percorso turistico. Perché la luce scalda, i turisti scaldano, aumentano la percentuale di anidride carbonica. Ed ecco allora che appena finiamo il giro ritorna il buio, il buio pesto della grotta. E chi non ha paura del buio, anche la nostra guida ce l’ha, ma ci racconta che il buio bisogna saperlo vivere nel modo giusto.
Il buio non è cattivo, è solo che qui diventa così profondo da sembrare quasi tangibile, come un mantello.
E nel buio non crescono vegetali, niente muschi, niente alberi. Eppure la natura ha saputo adattarsi e ha creato la vita anche qui, nel buio totale, in un ambiente che sembra inospitale. Le grotte sono ecosistemi chiusi e questa specie è endemica di Su Mannau, non ha occhi, non gli servono, ma per comunicare lascia una scia di un forte odore.
“Quando non si hanno gli occhi saranno gli altri sensi ad essere utilizzati e allora il buio non ci farà più paura, ma inizieremo a capirlo”.
Mettiamo insieme i pezzi
E procedendo capendo arriviamo alla conclusione del percorso turistico, siamo nella parte visitabile ai turisti più antica della grotta. Il percorso turistico arriverà prima o poi al fiume, al fiume Placido che scorre ancora più in profondità dei nostri 60 metri di scale fatte.
Abbiamo conosciuto orchi e pastori, laboriose gocce d’acqua e rocce su cui sono scritti libri, laghi sotterranei, stalattiti e stalagmiti, abbiamo sentito parlare di buio e specie dai nomi difficilissimi, abbiamo conosciuto il tempo, un tempo lungo, difficile da immaginare a noi che abbiamo fretta.
Noi, che siamo sempre impazienti, in Su Mannau ci siamo fermati per un attimo come rapiti da un incantesimo e ci siamo fermati ad ascoltare Ubaldo che ci dice:
“Perché vedete l’uomo, che ormai l’ha combinata bella, ora si preoccupa tanto per la natura, ma in realtà quello che teme è la sua propria distruzione, perché la natura col suo grande fascino farà come ha sempre fatto, si adatterà eliminando ciò che la minaccia, non ci sarà l’uomo, ci saranno altre specie, ci sarà un ambiente diverso, ci sarà una Terra differente, ma questo pianeta continuerà ad esistere ed è questo che non capiamo: ciascuno di noi non è altro che nemmeno un centimetro di roccia” .
INFORMAZIONI:
-Prezzo parcheggio: gratuito
-Costo ingresso alla Grotta con visita guidata: 10,00 a persona
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Grotta di Su Mannau, SS126, Fluminimaggiore; coordinate GPS 39.40775, 8.49385 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Giugno 2019 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Visitare la grotta e farsi rapire dai racconti di un cantastorie speleologo |