Nei nostri viaggi quando ci chiedono da dove veniamo rispondiamo sempre “Da un paese vicino a Milano, posto in mezzo tra Bergamo e Cremona e alla stessa distanza da Piacenza e Brescia”.
È giunto il momento del riscatto. Il momento di presentarvi la nostra città, Crema. Lo facciamo andandoci in camper, anche se per noi si tratta a tutti gli effetti di un viaggio di qualche metro.
Dove sostare
Crema è dotata di una comoda area camper con camper service gratuito e annessi parcheggi per 2-3 camper. Spesso è il nostro punto di appoggio al termine di molti viaggi.
Si trova dietro al cimitero maggiore, nei pressi del supermercato Lidl, in Via Capergnanica all’angolo con Via giacomo Crespi.
Il centro di Crema dista a un quarto d’ora a piedi da qui, mentre per raggiungere la Basilica di Santa Maria della Croce che è la chiesa più lontana, ma secondo noi proprio imperdibile, vi occorreranno circa 50 minuti, perché sono 3,5 Km.
Per la nostra gita a Crema, abbiamo deciso di partecipare al Raduno di Carnevale del 3C Camper Club Crema, ormai giunto alla 17° edizione (2020), organizzato benissimo, tanto da consentirci una visita guidata in giro per la nostra città.
Perché visitare Crema?
Crema da piccola non mi piaceva. La trovavo estremamente aristocratica, una cittadina dalla spiccata mentalità imprenditoriale, una piccolissima copia nei modi di fare della vicina Milano, insomma ci vedevo solo un paese dedito al commercio. Così elegante nel suo centro pedonale, dove si andava a fare queste “vasche”, che mi sembrava un contrasto e una presa in giro della bella campagna che si estende ancora oggi tutt’intorno. Cosicché, nelle gite in bicicletta della domenica pomeriggio, io proponevo sempre di andare sullo sterrato, nel Parco del Serio, il fiume della città, o in piena campagna alle risorgive, i fontanili, insomma lontano dalle macchine, dal centro cittadino e dalle “vasche”.
Sì sa, quando le cose sono a portata di mano si fa più fatica ad apprezzarle e anche a conoscerle, tanto sono già lì, come se non ci fosse la necessità di approfondire per goderne davvero la bellezza o la loro storia.
Eppure di Crema c’è molto da raccontare e molto da apprezzare e non solo perché è stata scelta come set per tante pubblicità e per il film di Guadagnino vincitore agli Oscar 2018, Chiamami col tuo nome o Call Me By Your Name “CMBYN”, che sta attirando negli ultimi anni tantissimi turisti, soprattutto, stranieri.
Di Crema c’è molto da raccontare perché la sua storia è proprio legata a tutte quelle impressioni che già da piccola mi suscitava.
Il Lago Gerundo e l’Isola Fulcheria
È una storia che parte da un lago, il Lago Gerundo, una zona paludosa nel cui mezzo c’era questa isola, l’insula Fulcheria. Da bambini ci raccontavano che per sfuggire ai longobardi i primi cremaschi si rifugiarono nel 570 su questa isola, come una sorta di Venezia. Forse però ci raccontarono questa storia per farci ricordare le invasioni longobarde perché a tutti gli effetti non ci sono testimonianze storiche della nascita di Crema.
Comunque, a un certo punto, su questa isola, nella sua parte orientale, sorse Crema, una città fortificata, circondata da un fossato pieno d’acqua.
La sua posizione strategica le permise, insieme al carattere combattivo e per nulla arrendevole dei cremaschi, di resistere, per quasi un anno di lotte, all’assedio di Federico Barbarossa.
Proprio legati alla figura del Barbarossa e del lago Gerundo sono tutti i miei ricordi della storia di Crema, un po’ per il nome di questo invasore ostinato e un po’ per le leggende dei draghi presenti nel lago che arricchivano le storie che ci raccontavano per farci conoscere il nostro territorio.
Io, dei draghi però, non ho mai visto alcuna traccia (oggi sono visibili ossa giganti ritrovate nella bassa bergamasca e nella vicina Pizzighettone), invece del lago rimane testimonianza in un’incredibile canoa ricavata da un grandissimo tronco di albero usata per navigare le acque intorno all’Isola Fulcheria. Una volta questa imbarcazione antica era visibile quando andavamo in biblioteca. Era sotto i portici del Chiostro Sant’Agostino e oggi è conservata all’interno del museo civico, al primo piano sempre di questo vecchio convento.
1) DA VEDERE: Chiostro di Sant’Agostino e Museo Civico
Crema Chiostro Sant’Agostino
Federico Barbarossa a Crema
Crema si trova in una posizione centrale della pianura padana, pressoché a uguale distanza da Milano, Cremona, Bergamo, Brescia e Lodi. Questa posizione è un po’ fortuna e croce dei cremaschi. Tutti la vogliono e tutti se la discutono fin dal 1159.
La sua posizione privilegiata, infatti, la vide alleata al fianco di una sempre più grande Milano. Crema era un luogo di commercio importante che permetteva a Milano di avvicinarsi sempre più al Po e ai suoi traffici.
Cremona, allora, convinse Federico Barbarossa, figlio di Federico II di Svevia, che già abbiamo conosciuto nel Sud d’Italia nei viaggi a Termoli e a Melfi, a muovere l’esercito contro Crema, in segno di monito e avvertimento per Milano.
Forse l’astio e la rivalità storica tra Crema e Cremona nacque in quel momento. L’assedio del Barbarossa terminò con l’incendio di Crema nel 1160, dopo tantissimi fatti cruenti, caratterizzati da torture, tradimenti, agguati e sacrifici. Crema si ritrovò distrutta e con la popolazione obbligata ad andarsene.
Passarono più di vent’anni perché Crema potesse avviare la sua ricostruzione. Servì la pace di Costanza del 1183 che diede autonomia ai comuni, Crema inclusa. Un secolo dopo venne ricostruito il Duomo, che nella cripta porta ancora i segni della vecchia chiesa distrutta da Barbarossa.
La Leggenda del Crocefisso del Duomo di Crema
Arrivarono poi gli anni delle lotte dei guelfi e ghibellini, che interessarono anche Crema. Ancora una volta il Duomo venne incendiato. Per appiccare il fuoco usarono anche il crocefisso di legno. Una leggenda narra che il crocefisso si spostò dalle fiamme e non si incendiò, tant’è che è ancora visibile oggi nella navata di sinistra.
2) DA VEDERE: Duomo e il suo interno
Crema crocefisso del Duomo
I Visconti
Nel 1335 arrivarono i Visconti che diedero a Crema quell’aria milanese che tanto mi indispettiva da piccola. Insomma 650 anni di storia sono rimasti così inalterati a Crema tanto da essere percepiti da una bambina di 6 anni. È questa riflessione, insieme ai tramonti estivi riflessi sul Duomo e sul Torrazzo che mi hanno fatto innamorare della mia città.
I Veneziani
Comunque dopo i milanesi Visconti arrivarono i Veneziani a Crema. E anche qui le influenze della Serenissima continuano a farsi sentire ai giorni nostri. Innanzitutto nel prodotto tipico cremasco, i tortelli dolci, che hanno dentro tutti prodotti come le spezie, gli amaretti, il cedro e l’uva passa caratteristici dei commerci con l’oriente, a cui i veneziani erano inclini. Alla dominazione veneziana si deve ancora oggi la presenza del Leone di San Marco sulla torre medievale, il monumento più antico rimasto in piazza Duomo, e sul Torrazzo, la grande porta annessa al Palazzo Comunale, voluto sempre dai veneziani.
3) DA VEDERE: Il Torrazzo e Palazzo Comunale
Crema Palazzo Comunale e Torrazzo
Erano gli anni della monumentalità, dell’eleganza e del decoro esteriore. Le mura, dette appunto veneziane, la splendida Basilica di Santa Maria della Croce, i palazzi privati, tantissimi ed eleganti, sono tutti del periodo della dominazione della Serenissima.
4) DA VEDERE: Palazzo Bondenti Terni De Gregorj
Crema Palazzo Bondenti Terni De Gregorj
Tra il 500 e il 600 vennero costruiti tantissimi palazzi tra cui quello dell’Innominato, perché vi dimorava a volte il famoso personaggio dei Promessi Sposi e il Palazzo Bondenti, oggi Terni De Gregorj, su cui aleggia una leggenda da brividi per spiegare il motivo del suo mancato completamento. Nel video girato in quel di Crema vi raccontiamo un po’ di storie della nostra città tra cui perché il palazzo non venne mai terminato e il delitto che vide la costruzione della Basilica di Santa Maria della Croce.
5) DA VEDERE: Basilica di Santa Maria della Croce
Crema Basilica di Santa Maria della Croce
Vi porteremo in giro all’alba, un’esperienza per noi stupenda, nella tranquillità di un centro cittadino che lentamente si sveglia. Vi faremo vedere la Chiesa di “Santa Trinita”, prezioso esempio di elaborato Roccocò del ‘700, l’unico a Crema.
6) DA VEDERE: Chiesa della S.S. Trinità
Crema Chiesa della Santa Trinità
Andremo anche nel Chiostro di Sant’Agostino e nel suo refettorio affrescato da Pietro da Cemmo, il famoso pittore della Valcamonica, le cui opere insieme a quelle del Romanino già ci colpirono nella chiesa Di Santa Maria Annunciata a Bienno.
7) DA VEDERE: Refettorio del Convento di Sant’Agostino
Crema Refettorio del convento di Sant’Agostino Affreschi di Pietro da Cemmo
Ci stiamo mettendo tanto a visitare l’Italia in camper, ma non è poi così grande come pensavamo, perché alla fine è unita da personaggi, opere e avvenimenti, assurdo però come noi lo abbiamo capito, dopo chilometri e chilometri, solo a casa, a Crema e non in quella anonima cittadina vicino a Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi o Piacenza con cui siamo soliti presentarci.
INFORMAZIONI
Cosa mangiare, i piatti tipici della tradizione cremasca:
- TORTELLI CREMASCHI. E qui ci vuole del coraggio, vi avvisiamo. Sono tortelli dolci, ma non confondeteli col Tortello di Zucca, tipico del Mantovano, che in quanto a dolcezza sta tipo 10 a 100 rispetto al tortello cremasco. Il tortello cremasco infatti è fatto con un ripieno di amaretti (quelli scuri, dolci) uvetta, cedro, mostaccino (che è un biscotto e vai ancora di zucchero), mentine (sì le caramelle quelle tonde bianche e alla menta di una volta), noce moscata, grana e un po’ di sale (poco). In genere la prima volta che si assaggiano non piacciono molto. Vanno serviti in abbondante burro fuso con della salvia sotto a una valanga di Grana Padano.
- SALVA (FORMAGGIO) CON LE TIGHE (PEPERONI). Il salva è un formaggio tipico cremasco che si taglia a dadini e viene condito con olio e pepe insieme alle “tighe”, peperoni verdi sottaceto lavati e tagliati a listarelle
- LUGANEGA, COTECHINI E SALAME NOSTRANO CREMASCO
- TORTA BERTOLINA. La “bertulina” è una torta tipica del mese di Settembre. Infatti, si tratta di una torta fatta con l’uva fragola, quella piccolina dagli acini perfettamente tondi come piccole biglie.
- SPONGARDA. Tutti la citano come prodotto tipico cremasco, ma in realtà noi l’abbiamo scoperta a Busseto, la Spongarda è una sorta di strudel con la crostata al posto della pasta sfoglia.
- TRECCIA D’ORO. La treccia d’oro è una grande brioche dall’impasto più compatto a forma di treccia e ripiena di canditi, uvetta e cedro (pure qua).
Principali feste popolari e eventi caratteristici di Crema:
- FEBBRAIO: CARNEVALE CREMASCO
con la sua maschera tipica, che si chiama al Gagèt col sò uchèt - MARZO: FIERA DI SANTA MARIA
anche se una volta era più caratteristica, rimane un evento importante per la nostra città. Si sviluppa intorno al Santuario di Santa Maria della Croce (quello spettacolare che vi abbiamo detto sopra) e ha al suo interno tantissimi banchetti e giostre. - AGOSTO: TORTELLATA CREMASCA
una sagra fatta in piazza, un inno al tortello dolce che ovviamente va a ruba tra i cremaschi. - DICEMBRE: PRESEPE DEI SABBIONI
un presepe con statue a grandezza naturale ambientate in quelle che una volta erano le case e le cascine tipiche del territorio cremasco e non solo, un bel modo di tramandare tradizioni e costumi ormai passati.