Viaggio attraverso il Vulture Melfese: in camper a Melfi

Viaggio attraverso il Vulture Melfese: in camper a Melfi

Una zona di grande fascino trovata del tutto casualmente in questa Basilicata verde e lussureggiante è il Vulture Melfese. I programmi iniziali prevedevano un itinerario da tutt’altra parte sulle Dolomiti Lucane in quei paesi arroccati sulle pareti a strapiombo, ma la pioggia non ci da tregua e decidiamo di non arrischiarci in quella che è vera e propria alta montagna.

Il Monte Vulture

Puntiamo il muso del camper verso un altro monte, questa volta a richiamarci è un vulcano che grazie alle sue colate laviche preistoriche ha reso fertile un’intera zona facendone il fiore all’occhiello di tutta la regione. Siamo infatti nella patria dell’Aglianico DOCG, il re dei vini lucani.

Venosa aglianico vigna
Venosa aglianico vigna

I pendii del monte Vulture alto ben 1326 metri sono ricoperti da rigogliose foreste. Le colline circostanti sono tutte verdi e molti boschi ancora non toccati dall’uomo risvegliano il nostro spirito selvaggio. Il tempo è uggioso, ma sarà merito di tutta questa natura se non ci sentiamo affatto demoralizzati. I vigneti sono intervallati a frutteti e zone incolte.

Parcheggio

La strada si inerpica fino a Rapolla Terme dove iniziamo a capire di aver fatto un salto nel tempo. Abbiamo come l’impressione che tutto si sia fermato a qualche decennio fa, forse al tempo della nostra infanzia. Arriviamo a Melfi e per quanto sia trafficata la zona in cui sostiamo siamo dominati dal Castello in un’atmosfera che mescola fiabesco e reale, era moderna e passato, mistico e terreno.

Melfi parcheggio camper
Melfi parcheggio camper

La religione

Melfi fu capitale del Ducato di Puglia floridissima, ricca e potente dal 1059 fino al 1528 quando venne assediata dai francesi che fecero una carneficina e assediarono la città proprio nel giorno di Pasqua. Melfi ebbe una storia gloriosa, ma ancora di più importante fu il suo potere in ambito religioso e spirituale.

Aspetto che ancora oggi passeggiando per le sue vie si percepisce in modo inspiegabile.

È così che sono finita, spinta da un zelante signore del luogo, a visitare il Museo Diocesano, che al di là delle vesti papali impreziosite di oro e di una ricchezza sfrenata e ostentata è interessante per il suo splendido giardino all’italiana, le sale completamente affrescate e con i pavimenti in maiolica. Scelta stilistica opinabile operata a seguito dell’opera di restauro nel secolo scorso.

Melfi d’altro canto fu sede di diversi concili papali e tra questi pure quello con cui Urbano II costituì con i Normanni la lega che avrebbe portato alla Prima Crociata. Non a caso il campanile della Cattedrale riporta il simbolo normanno dei due grifoni.

Melfi ingresso palazzo diocesano
Melfi ingresso palazzo diocesano

Si dice anche che il Santo Graal sia nascosto nel Vulture, che i Templari qui si riunirono, che sotto ogni cattedrale ci siano misteriosi cunicoli, simboli cavallereschi, allegorie e stanze segrete.

A Melfi tutto sembra ruotare intorno alla religione. Anche in Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, che ormai sta accompagnando il nostro viaggio il prete Don Giuseppe Trajella da Tricarico viene descritto come un ex professore del seminario di Melfi e tutto questo per far capire quanto colto e preparato fosse.

Il turista

Oltre all’aspetto religioso di Melfi emerge fin da subito una certa chiusura. Ci sentiamo turisti fuori luogo, nessuno sembra essere abituato a gente che passeggia con le macchine fotografiche. Poi basta un niente, un cenno, un saluto, un cane, una goccia di pioggia, un pretesto qualunque per far sì che ti raccontino la loro vita in una chiacchierata.

Straniante e affascinante questa Melfi.

Lo notiamo subito attraversando il rione Bagni, detto il Borgo, il luogo delle attività commerciali di un tempo di cui non rimane altro che una fontana.

Il Castello

Simbolo di Melfi è però il suo Castello, oggi sede del Museo Archeologico del Melfese. Di origine normanna venne ampliato da Federico II di Svevia che nel Vulture trovò il suo luogo ideale appassionato com’era di falconeria.

Il Castello di Melfi è uno dei più imponenti ha infatti ben 8 torri e domina tutto il borgo dall’alto. Noi, che reduci dal museo diocesano, non entriamo al suo interno, però restiamo incantati da questo luogo in cui nel 1231 Federico promulgò le Costituzioni melfitane, le norme sui diritti feudali che riconobbero il diritto di successione ereditaria anche alle donne.

 
Melfi ingresso castello
Melfi ingresso castello ponte
Melfi ingresso palazzo diocesano
Melfi piazza
Melfi palazzo segni guerra
Melfi fontana quartiere bagni
Melfi parcheggio camper
Melfi Castello normanno
Melfi santuario
Melfi case
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Ritorno

Ritorniamo alla sosta, un parcheggio trafficato e punto di approdo per gli studenti che qui prendono i pullman per andare a scuola, ma basta alzare un attimo lo sguardo che la vista sul Castello con la sua maestosità ci ricorda subito dove siamo.

INFORMAZIONI:

-Prezzo Sosta: gratuita
-Costo ingresso Museo Diocesano: 2,50 Euro a persona

INDIRIZZO DELLA
NOSTRA SOSTA
Piazza Craxi, Melfi, PZ;
coordinate GPS 40.99433, 15.6487
(descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa).
PERIODO DELLA VISITAMaggio 2019
COSA FARE E
PUNTI D’INTERESSE
Visitare il Castello Normanno con all’interno il museo

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