Meta ideale per un viaggio veloce e adatta ad essere visitata in un paio di giorni, Mantova ci stupisce fin dal nostro arrivo, ancora prima di spegnere il motore del camper. Circondata dall’acqua accoglie il visitatore con l’imponente Castello di San Giorgio da un lato, mentre dall’altro una lunga passeggiata costeggia i laghi formati dall’ansa del fiume Mincio.
La nostra sosta col camper
Troviamo l’area sosta Sparafucile al completo. I camper parcheggiati fuori dai cancelli sono così tanti che non abbiamo speranza nemmeno nell’aspettare che qualcuno possa uscire lasciando libero un posto. Mantova, però, ci ha già rapito e proprio non ci rassegniamo a dover rinunciare alla sua visita. Troviamo dopo vari giri guidati dall’intuito un parcheggio sterrato dove poterci posizionare. Non siamo poi così lontani dal centro e dall’imbarco dei battelli per cui prenotiamo già due posti per il giorno successivo. Per il cane non troviamo nessuna difficoltà, accettato di buon grado sul battello senza problemi.
Una città “plurinominata”
Non ci resta che partire alla scoperta di questa affascinante città che già tanto ci ha ammaliato. Non stentiamo a credere che Mantova insieme alla vicina Sabbioneta sia stata insignita quale Sito patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Nominata Capitale della cultura nel 2016, città europea dello sport nel 2019 e appartenente al complesso della Regione Europea della Gastronomia.
Ma cosa la rende veramente così stupefacente?
Già dal nostro parcheggio lo si percepisce e non ci è difficile dare una risposta alla nostra domanda.
Circondata dall’acqua
Il profilo della città, con le sue torri, con i palazzi rinascimentali e la cupola di Sant’Andrea, si staglia nel cielo e sembra letteralmente emergere dall’acqua. Mantova, infatti, è circondata su tre lati dall’acqua. Si tratta dei 3 Laghi artificiali, il Lago Superiore, quello di Mezzo e infine il Lago Inferiore. In origine per ragioni difensive Mantova era stata completamente circondata dall’acqua grazie alle opere idrauliche costruite nel XII secolo. Però, in seguito al depositarsi dei detriti delle acque del Mincio, l’ambiente divenne presto paludoso e malsano, cosicché venne prosciugato il lago Paiolo lasciando Mantova circondata dall’acqua solo su tre lati.
Origini mitologiche
L’origine stessa della città è attribuita al mito di Manto, narrato anche nell’Eneide di Virgilio, che proprio ad Andes, località adiacente a Mantova, ebbe i natali. Si narra che Manto, indovina figlia di Teresia, scappata da Tebe e dal tiranno Creonte, approdò in questo ambiente palustre sul Mincio, dove fondò la città che prese il suo nome. Qui disperata Manto si lasciò andare in un pianto senza fine. Dalle lacrime della maga si formò un grande lago le cui acque erano in grado di attribuire capacità a profetiche a tutti quelli che le avessero bevute.
Verso il centro cittadino
Di suggestione in suggestione, oltrepassiamo il ponte di San Giorgio che unisce la località di Sparafucile dove Verdi ambientò la locanda del sicario di nome Sparafucile nella sua celebre opera il Rigoletto. Giungiamo di fronte al quattrocentesco Castello di San Giorgio, voluto dai Gonzaga a difesa della città.
Il Palazzo Ducale
Giriamo l’angolo e ci troviamo di fronte alla casa del Rigoletto. Poco più in là una fila di persone ci segnala l’ingresso al Palazzo Ducale che ospita la camera degli Sposi, interamente affrescata dal Mantegna. Le stanze del Palazzo Ducale sono tantissime, più di 500, ma noi finiamo nelle retrovie in quelle che una volta erano le stalle del Palazzo, dove troviamo una vera chicca, una particolare e originale galleria.
La Galleria Storica dei Vigili del Fuoco
È il museo storico dei Vigili del Fuoco, il cui ingresso è gratuito. Ci stupisce talmente tanto che non esitiamo a lasciare una mancia. Si tratta infatti della maggiore galleria di cimeli storici dei pompieri e si passa dalle carrozze dei primi del ‘700 fino a mezzi più recenti del secolo scorso. Addirittura ci sono un elicottero, un’imbarcazione, una cucina mobile. Tutti i mezzi sono stati restaurati e sono ancora oggi funzionanti.
Piazza Erbe
La nostra visita prosegue in Piazza delle Erbe, dove la Torre dell’Orologio ci fa alzare lo sguardo verso l’alto per osservare questo strano orologio astronomico in grado di indicare le ore ordinarie, dei pianeti, la posizione del sole attraverso i segni dello Zodiaco e le fasi della Luna. È una torre rinascimentale che oggi ospita niente meno che il Museo del Tempo, dove è possibile ammirare il meccanismo dell’orologio. Accanto alla Torre facciamo una veloce visita alla Rotonda di San Lorenzo, una chiesa a pianta circolare, la cui particolarità è di essere a un metro e mezzo circa sotto il livello della Piazza Erbe. Fa strano pensare che questa chiesa, essendo stata sconsacrata nel ‘500, divenne nei secoli successivi un cortile interno del ghetto ebraico e cosa ancora più particolare venne completamente coperta dalle case circostanti.
Palazzo Te
La visita prosegue superando Piazza Erbe e tutta la grande isola pedonale affollata di gente. Con una lunga camminata giungiamo nel parco del Palazzo Te, il palazzo dei piaceri dei Gonzaga. Scopriamo che il nome non ha niente a che vedere con la bevanda del Tè, ma deriverebbe da Tejeto, tiglieto. Il Palazzo Te è noto per la Sala dei Giganti dove tutte le superfici sono ricoperte da dipinti rappresentanti scene mitologiche.
La navigazione sulle acque del Mincio
Si avvicina l’ora dell’imbarco e torniamo sui nostri passi fino al Ponte San Giorgio, dove a poca distanza sulle rive del lago di Mezzo ci attende un catamarano. La giornata è soleggiata. È il primo weekend di primavera e la temperatura è davvero ottimale per questa gita in battello.
Il capitano spiega passo per passo quello che si può osservare e le difficoltà della navigazione, che deve avvenire seguendo le bricole, dei pali in cemento posti a indicare il canale di navigazione.
Il punto di vista dall’acqua di tutta la città è davvero unico e scenografico. Passiamo punti che a piedi non avevamo potuto vedere come l’antico porto commerciale il Porto Catena.
Una paratoia larga solo 10 metri permette il passaggio al lago Inferiore dove le acque del Mincio si fanno paludose, uno dei pochi luoghi umidi rimasti in Pianura Padana insieme al Delta del Po.
Superata la strettoia di diga Masetti si entra nel vero Parco del Mincio, dove nella laguna la profondità dell’acqua è di soli 60 centimetri. È qui che tra maggio e settembre fioriscono le ninfee. Deve essere uno spettacolo incredibile che possiamo solo immaginare, ma che comunque segniamo tra le cose da ripetere e vedere.
Come consolazione ammiriamo i tanti animali che fanno capolino qua e la tra la vegetazione della laguna. Aironi cenerini, svassi, anatre e garze bianche. Si contano ben 164 specie di uccelli in questo Parco.
Sembra di essere lontani dalla civiltà da cui siamo separati e isolati dagli alti argini. Solo il ponte dell’autostrada che si vede davanti a noi ci riporta alla realtà. Nella golena a ridosso dell’acqua vediamo alcune case costruite all’interno degli argini. Il comandante del catamarano ci racconta che vengono allagate quasi due volte all’anno, ma sono comunque abitate. Vennero costruite proprio per la comodità di utilizzare l’acqua del fiume.
Risalendo la corrente torniamo a Mantova. Siamo un po’ abbronzati dal sole e abbiamo una gran fame. Non ci facciamo mancare un piatto di tortelli di zucca, dolci come la tradizione vuole.
Col sole che ha già lasciato spazio alla sera visitiamo gli ultimi angoli nascosti di questa incredibile città e torniamo al camper ormai col buio, stanchi, ma infinitamente sorpresi da una Mantova, che ci è piaciuta davvero molto.
INFORMAZIONI:
-Prezzo parcheggio: gratuito
-Costo gita in catamarano: 13,00 Euro a persona (giro breve in bassa stagione)
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Strada Cipata Mantova (di fronte al Ristorante Rigoletto); coordinate GPS 45.16195, 10.81503 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Marzo 2019 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Visita al centro cittadino Visita al museo dei vigili del fuoco Navigazione lungo i laghi |
PERCHE’ SI’ | Per lasciarsi stupire da una città incantevole |