Un’antica strada, la Via Flaminia è ancora oggi l’unico percorso accessibile per entrare via terra nella forra. Nell’acqua si specchia la ricca vegetazione che tutt’intorno cresce. Qui nidificano le aquile, che solcano i cieli all’alba. Questo è il luogo dove il profilo di un intero monte è stato intagliato a somiglianza del Duce. I partigiani, poi, cercarono di cancellare il volto di Mussolini a suon di esplosioni. Tutto questo e molto altro è la Gola del Furlo.
La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo
Stretta tra la dorsale appenninica e la costa Adriatica, la Riserva Naturale Statale Gola del Furlo ci consente di scoprire un territorio variegato.
Qui, infatti, troviamo un ambiente che ci offre mille aspetti interessanti da approfondire, dalla cucina al patrimonio storico, dallo sport alla natura. Quest’ultima è ancora selvaggia e dominante. Tipico della zona è il tartufo di Acqualagna. Inoltre, in giro, incontriamo numerosi cacciatori. I boschi sono, infatti, abitati da tantissimi cinghiali. Non mancano anche i lupi e le aquile reali. Una coppia, qui stanziale, ha nidificato sulle pendici del Monte Paganuccio. Cerchiamo, col cannocchiale, uno dei due nidi, quello più grande di 8 metri di altezza, è visibile dal passo del Furlo.
Il Forulus
A dispetto del nome, la forra è formata dal fiume Candigliano, che ha scavato la profonda gola dividendo, come una lama, il Monte Paganuccio dal Monte Petralata. Il toponimo Furlo deriva, invece, da Forulus, foro. Percorrendo a piedi la via Flaminia, che è però ancora oggi aperta al traffico, arriviamo ad un’antica galleria. Sembrerebbe che il nome derivi proprio da questa costruzione di epoca romana.
La galleria fu voluta da Vespasiano nel 76 d.C.. Accanto a questo cunicolo, scavato nella roccia calcarea con l’ausilio di scalpelli, di cui se ne vedono ancora i segni, c’è un altro piccolo tunnel. Negli anni ’30 venne attribuito, erroneamente, all’epoca etrusca, mentre furono sempre i romani a costruirlo nel III secolo a.C., quando franò l’originario tracciato della Flaminia, costruito con una particolare tecnica di pietre addossate le une alle altre e adagiate al pendio strapiombante del Petralata. I segni dei carri, che da qui passavano, sono ancora visibili sul vecchio selciato.
Il Duce
Da sempre, la Flaminia è un importante via di comunicazione tra Tirreno e Adriatico ed era, fino al secolo scorso, un passaggio obbligatorio per chi da Roma voleva giungere in Romagna.
Anche Benito Mussolini era solito passare dal Furlo nei suoi spostamenti. Tant’è che la Milizia Forestale nel 1936 scolpì sul crinale del Monte Petralata il profilo del Duce. Distrutto dai partigiani sul finire della seconda guerra mondiale, oggi, il volto di Mussolini non è molto riconoscibile, ma è rimasto, al pari dell’Orsa Maggiore e dei punti cardinali, un riferimento per gli abitanti del posto, che parlano con frasi del tipo: “li trovi sotto il Duce”, “in direzione del Duce” o “al di là del Duce”.
La diga
Le acque impetuose di quello che, una volta, era un vivace torrente, sono ora placide e tranquille. Infatti, nel 1922 il corso del Candigliano è stato sbarrato con la costruzione di una diga, voluta per coprire il fabbisogno elettrico della valle. Ne risulta, ora, un lungo lago che, con i sedimenti di un secolo, copre per metri e metri il fondo della forra.
La grotta del grano
Prima di essere interrotto dalla diga, il Candigliano, nella sua antica avanzata dirompente, formò numerose nicchie di erosione. In una di queste, la grotta del grano, venne trovata nell’800 una scorta di cereali del VI secolo carbonizzati probabilmente durante la guerra tra Goti e Longobardi, che vide nel Furlo campo di grandi battaglie.
La Via Flaminia a piedi
Fino all’Unità d’Italia, la gola del Furlo fu presa d’assalto da briganti, che, senza alcun scrupolo, saccheggiavano gli stanchi viandanti, facili prede, dopo giorni di viaggio. Oggi è tutt’altra storia. Il traffico pesante passa dalla tangenziale, che con una galleria di oltre 3 chilometri, oltrepassa tutto il Pietralata. Solo chi vuole gustarsi il paesaggio dentro al canyon percorre la meno trafficata via Flaminia. Noi, attraversandola a piedi, abbiamo fatto una bella passeggiata di 5 chilometri. L’asfalto ed il rumore dei pochi motori che oggi la percorrono rovinano un po’ la meraviglia di un luogo affascinante. Tuttavia, la lentezza del camminare ci ha permesso di assaporare quei tanti tesori che la forra cela: i nidi delle aquile, i fossili, i fenomeni erosivi e i richiami di una storia nemmeno sui libri studiata.
La sosta
L’area di sosta è il Parco Le Querce. E’ una via di mezzo tra classico campeggio e un parco naturale. È, infatti, un luogo senza eccessi e senza fronzoli. È il posto ideale dove andare per staccare la spina. Ci si immerge nella natura senza privarsi delle comodità. Ci sono bagni, lavatoi e docce a gettoni. Ovviamente la cornice è quella delle alte querce, da cui il parco prende il nome. Poi sparse un po’ ovunque ci sono le griglie a disposizione dei clienti.
Giochi per i bambini, fiume vicinissimo e amaca appesa agli alberi completano lo scenario. Gli animali sono ben accetti. Furlino, il gattino mascotte dell’area, ne è l’esempio lampante. Difficile non innamorarsi qui.
INFORMAZIONI:
-Prezzo Campeggio: 15,00 Euro la prima notte, 12,00 Euro dalla seconda in poi
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Parco le Querce Pianacce, Aqualagna; coordinate GPS 43.63662, 12.7 (descrizione e prezzi sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Ottobre 2018 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Passeggiata lungo la Via Flaminia Trekking Attività organizzate sul fiume Parco avventura |
PERCHE’ SI’ | Per immergersi completamente nella natura. Per staccare la spina in un ambiente stupendo e del tutto rilassante |
Salve vorrei saper se ci sono percorsi da fare in bici. Non pericolosi perché abbiamo una bimba di 1 anno
Buongiorno! Tutta la Via Flaminia è percorribile in bicicletta è pressoché pianeggiante e costeggia tutta il fiume Candigliano. L’unico aspetto spiacevole è il transito anche dei mezzi a motore, comunque il traffico non è eccessivo perché deviato e alleggerito dalla presenza della superstrada che passa dentro la montagna. La parte pedonale è delimitata dal resto della careggiata da piccoli spartitraffico gialli.