Manerba del Garda vanta una Riserva Naturale a picco sul lago. Sulla sommità del suo promontorio sorgono i resti della Rocca e un’alta croce ci ricorda una strana leggenda. Nascosta tra la vegetazione scoviamo anche un casello dell’alta velocità affacciato sul lago. E abbiamo scoperto di cosa si tratta.
Con ancora l’entusiasmo addosso per l’avventura sulla Rocca di Garda, organizziamo altri 4 giorni sulle sponde di questo splendido lago.
La sosta
Scegliamo il lato bresciano a questo viaggio, così, inizialmente ci dirigiamo verso Padenghe, dove eravamo stati un paio di anni fa. Una volta arrivati ci lasciamo però guidare un po’ dall’intuito e un po’ dal navigatore che ci fanno proseguire sulla strada lungo il lago verso Moniga. Giungiamo così a Manerba del Garda, in frazione Solarolo al confine con la riserva Naturale della Rocca e del Sasso. Il luogo ci è subito amico, ispirandoci fiducia fin dal primo istante. La vista sul lago ci invoglia a spegnere i motori e a fermarci lì all’istante.
Manerba del Garda
Manerba, narra la leggenda, deve il suo nome alla dea Minerva, che qui trovò rifugio. In segno di riconoscenza piantò gli ulivi, pianta di cui era protettrice. L’ulivo, infatti, ancora oggi caratterizza questo territorio.
La Riserva Naturale della Rocca e del Sasso
Siamo in un posto ameno dove, anche se gli ulivi la fanno da padrone, è sufficiente addentrarsi nella Riserva Naturale per trovare una varietà di erbe, fiori e piante unica. Non a caso ci troviamo in un parco terrestre e lacuale tutelato al pari di importanti riserve marittime come le 5 Terre.
Percorriamo questo paesaggio da fiaba lungo i suoi sentieri che sembrano intrecciarsi all’infinito.
Incontriamo diverse specie di animali: siamo circondati da insetti, uccelli e pesci in una biodiversità rara. È veramente un museo all’aria aperta, in grado di sorprendere ad ogni passo e di unire patrimonio botanico, faunistico con quello archeologico. Il fulcro della riserva è infatti la Rocca.
La Rocca
Ci giungiamo dopo un giro assurdo, essendoci persi un paio di volte tra i mille sentieri della Riserva. La Rocca è quello che riamane di un’antica fortezza medievale, di cui oggi si vedono chiaramente le fondamenta e la Torre principale, il Maschio. Da qui, la vista spazia su tutto il lago, siamo di fronte alla Rocca di Garda e al suo golfo. Appena sotto la Rocca, degli scavi archeologici hanno portato alla luce la presenza di insediamenti umani fin dall’età della pietra, circa 8000 anni fa.
La Leggenda
Una grande croce svetta sulla sommità del promontorio. Si racconta sia il ricordo di un’antica leggenda. La credenza popolare dice che un feroce lupo risiedesse negli anfratti della rupe, disturbando la tranquillità degli abitanti di Manerba, i quali allora decisero di mettere una taglia sulla sua testa. Si presentarono tre giovani: un cacciatore che cercò di catturare il lupo con un’esca viva, un pescatore che ci provò con una rete e infine un contadino munito solo di una croce.
Incredibilmente, mentre i primi due caddero giù dalla rupe dritti nel lago, il contadino riuscì con la croce a far indietreggiare il lupo facendolo ruzzolare giù dallo strapiombo. A ricordo dell’impresa venne eretta la grande croce sulla Rocca e dal lago, dove caddero il cacciatore e il pescatore, emersero due scogli. Dalla Rocca sono visibili in prossimità dell’Isola di San Biagio, nota come Isola dei Conigli.
Il Casello dell’Alta Velocità
Dal lago vediamo giungere neri nuvoloni carichi di acqua e torniamo nei sentieri della riserva sulla via del ritorno. Questa volta passiamo il quadrivio della piana, lo stagno Bus de la Paul e il Casello alta velocità.
Siamo subito incuriositi da queste quattro mura diroccate a strapiombo sul lago. Scopriamo così che questo edificio che sembra oggi solo un rudere abbandonato all’avanzare del tempo e della natura è in realtà la Torre davanti alla quale nel 1934 il maresciallo Agello sfrecciò a 709,202 km/h col suo idrovolante registrando il record di velocità tutt’ora imbattuto.
Le lucciole
Questo viaggio è stato davvero emozionante. Una sorpresa dietro l’altra ci ha accompagnato alla scoperta di un territorio naturale ancora ben conservato e selvaggio.
A riprova di quanto ben tutelata sia questa parte di lago alla sera vediamo il campo accanto al camper illuminarsi di migliaia di luccichii. Le lucciole: quei piccoli magici insetti, oggi quasi del tutto scomparsi, che da piccoli ci facevano correre a perdifiato inseguendole insieme ai nostri sogni di bambini. Allora ci viene in mente che, così come non è impossibile ritrovare le lucciole in un campo di grano, forse non è poi così folle continuare, anche adesso, a rincorrere i nostri sogni.
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Via Torquato Tasso 12 frazione Solarolo Manerba del Garda; coordinate GPS 45.544404, 10.562661 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Maggio 2018 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Escursioni a piedi o in mountain bike nella Riserva Naturale Orientata della Rocca e del Sasso; visita al museo della Rocca e ai suoi reperti archeologici; spiaggia sul lago. |
PERCHE’ SI’ | Natura dominante e sorprendente. Posto ideale per gli amanti della sosta libera. |