Il sito archeologico di Paestum è poco distante dall’area camper dove sostiamo, il Camperstop Lagomare. Usufruiamo così del servizio navetta per andare a visitare questa antica città greco-romana, lasciando camper e Milka in area sosta.
Una Basilica Paleocristiana, la Chiesa della SS. Annunziata
Arrivati a Paestum, restiamo un po’ disorientati nel cercare la biglietteria. Nel farlo, capitiamo davanti alla Chiesa della SS. Annunziata, una basilica paleocristiana che conserva ancora il pavimento originale perché nel corso dei secoli venne ricoperto e innalzato.
Questa chiesa è del V secolo d.C. e rappresenta un po’ le vicissitudini di Paestum, quando da colonia romana divenne sede vescovile per cadere poi in disgrazia sotto le invasioni dei saraceni, che fecero diventare il luogo un ambiente insalubre, malarico, un posto di abbandono, covo di malviventi e di popoli inselvatichiti.
La Basilica Paleocristiana ripercorse le stesse vicissitudini. Nata come Basilica aperta, diventata centro religioso di richiamo, abbandonata, rifatta da capo coprendo ciò che era rimasto ed infine restaurata nel secolo scorso riportando alla luce per quanto possibile le strutture originarie.
Superata la Basilica sulla destra entriamo nell’edificio che accoglie il Museo. Qui c’è la biglietteria. Noi però iniziamo la visita dal parco nell’intento di sfruttare le ore più calde della giornata. Scarichiamo un’applicazione gratuita, che si chiama “Paestum” e si rivela molto utile perché ci racconta, come una vera guida, passo passo, i vari edifici.
La città greca Poseidonia
Paestum nacque greca nel 600 a.C.. Si chiamava Poseidonia in onore di Poseidone, dio del mare.
Subito edificarono a 8 km dalla futura Poseidonia il tempio di Hera di Argo, come il nome del nostro camper. Questo santuario divenne così famoso nel mondo greco che entrò nel mito tanto che la sua fondazione venne attribuita a Giasone il capitano degli Argonauti, partiti sulla nave Argo in cerca del Vello d’Oro. Da qui il nome del tempio e il disappunto del nostro Argo per non averlo portato a vedere il Tempio di Hera. Tra l’altro proprio perché non siamo indipendenti e con il nostro Argo non riusciamo ad andare a vedere questo tempio, ma dovrebbe essere interessante perché ora questo santuario greco è un museo interattivo.
Ad ogni modo, se voi volete venire col vostro camper e essere più autonomi, visitate anche il museo dell’Heraion alla foce del Sele. Inoltre proprio di fronte all’area archeologica di Paestum abbiamo visto che c’è un bel parcheggio anche per i camper a 5 euro.
L’arrivo dei Lucani e dei Romani a Poseidonia
Torniamo nel 600 a.C. quando Poseidonia vuoi per la cultura greca, vuoi per le sue mura poderose, vuoi per la fertilità del suolo, raggiunse ricchezza e prestigio artistico. I Greci vi costruirono 3 grandi e bellissimi templi dorici, visibili dal mare, visibili anche 2500 anni dopo.
Fu così che attirò l’attenzione del popolo italico dei Lucani, che fecero di tutto per conquistare Poseidonia. Nel 400 a.C. riuscirono ad occuparla e la chiamarono Paistom.
Solo nel 273 a.C. divenne colonia romana e cambiò nuovamente nome in Paestum. I Romani fecero il Foro, le Terme e l’Anfiteatro. La nostra Paestum romana prosperò per molti anni, fino a quando poco dopo la conversione al Cristianesimo entrò in crisi e seguì lo stesso identico destino della Basilica Paleocristiana che abbiamo visto prima.
Il Grand Tour: la riscoperta di Paestum
Paestum venne riscoperta solo grazie alle opere degli scrittori, specie in seguito alla moda del Grand Tour nel ‘700, quella stessa moda che vi abbiamo raccontato a Sorrento influenzandone il suo essere così chic. Il Grand Tour era un viaggio che gli aristocratici intraprendevano nel ‘700, spesso e volentieri in Italia, per ampliare la loro conoscenza e prevedeva la partenza e il ritorno dallo stesso luogo. Fu la prima forma di turismo. Il fatto che la meta prediletta fosse l’Italia ci fa sentire un po’ affini a questa moda, noi che, da due anni a questa parte, stiamo cercando di fare un giro approssimativo di tutta l’Italia.
Comunque grazie alla maestosità dei templi di Paestum, che risultavano ben visibili dal mare, nonostante la folta vegetazione che li ricopriva e per opera delle parole scritte da poeti, scrittori e artisti come Canova, Goethe o il nostro amico Shelley (nostro amico perché lo abbiamo già conosciuto in quel di Lerici, in Liguria, dove ve lo raccontiamo) si riscoprì l’antica città di Paestum, riportandola alla luce.
Il Tempio di Atena
Entrando nel parco archeologico si viene accolti subito dal tempio di Athena, la Minerva romana. Si cammina lungo la via sacra, che di sacro ha però solo il nome perché è posta alle spalle dei templi e non conduceva ad essi.
Passando nella zona delle case romane, oltrepassiamo la piscina, zona destinata alle donne dove facevano i bagni per aumentare col favore della dea Venere la fertilità e la sensualità. Era un luogo di incontro dove giovani e anziane si confidavano, si sostenevano e trasmettevano conoscenza. Alcune sperando in un parto felice si immergevano durante il travaglio.
Il Tempio di Nettuno
Oltrepassato il Foro giungiamo alla costruzione più imponente di Paestum, il tempio che ci ha lasciato senza fiato, facendoci spalancare la bocca in un grande “ooooh”. Si tratta del Tempio di Nettuno. E chi, se non lui? Il dio del mare. D’altra parte, nella città che sorge appositamente perché dedicata a lui, non poteva che essere un tempio splendido, quello di Nettuno. È il tempio più grande e meglio conservato di Paestum. È il simbolo dello stile dorico, che da qui prese avvio.
Passando dall’Anfiteatro, dove i gladiatori combattevano e dall’Ekklesisterion, che era il luogo dove avvenivano le assemblee, usciamo dal parco e andiamo a vedere il museo dove una sorpresa ci attende.
Il Museo
Il museo infatti ospita, oltre agli oggetti comuni come anfore, strumenti musicali o pezzi di capitelli e bassorilievi, una tomba, una lastra decorata che è molto famosa: la Tomba del Tuffatore.
La Tomba del Tuffatore
Questa tomba è costituita da quattro lastre chiuse da una copertura e affrescate nella loro parte interna. È l’unico esempio di pittura in età greca della Magna Grecia. Sulle quattro lastre che sarebbero poi le pareti della tomba sono disegnate scene vivaci di banchetti e simposi e caratteristiche immagini di personaggi in cammino. La scena principale è però quella sul coperchio e immortala un tuffatore nel momento esatto del suo volo tra acqua e terra. Rappresenta il passaggio dalla vita alla morte. Fu scoperta nel 1968.
La Fotografia del Tuffatore di Nino Migliori
Nella stanza acconto c’è appesa la foto del Tuffatore di Nino Migliori. Chiediamo se sia quella originale. Dicono di sì. È un’icona della fotografia, un esempio usato in tutti i corsi per spiegare la composizione e i tempi di scatto, in un’immagine dove solo il busto del tuffatore non è mosso.
Il tuffatore è diverso da quello della tomba, qui è perfettamente in linea con l’orizzonte. Migliori fece lo scatto ancora prima del ritrovamento della tomba. Scattò la foto nel 51 a Rimini e volle catturare il tuffatore proprio nel momento della sua sospensione in aria.
Stessa idea di un pittore greco del 480 a. C..
Ceci n’est pas un musèe
All’ingresso un’insegna luminosa ci aveva avvertito Ceci n’est pas un musèe, richiamando il pittore Magritte del “Ceci n’est pas une pipe“ dove l’immagine di una pipa non è una pipa, ma l’osservatore lo sa e sta al gioco.
Insomma questo museo, alla fine, non è solo un insieme di teche, ma un percorso che porta passo a scoprire il mondo greco e i suoi miti, con una serie di analogie e di accostamenti che fanno riflettere.
INFORMAZIONI:
-Prezzo Sosta Camperstop Lagomare a Lago tra Salerno e Battipaglia: 25,00 Euro al giorno per equipaggio
-Prezzo navetta per Paestum: 15,00 Euro a persona (cani non ammessi)
-Ingresso a Paestum: 6,00 Euro a testa
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Via Andrea Doria, 1, 84091 Lago SA; coordinate GPS 40.55316, 14.90599 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Dicembre 2019 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Visita all’area archeologica scaricando l’APP GRATUITA “PAESTUM” Museo Basilica Paleocristiana Museo Herarion alla foce del fiume Sele |