Napoli è stato un viaggio nel viaggio. Una delle mete da cui ci aspettavamo molto e sinceramente ce lo aspettavamo, che avrebbe stupito, sia nel bene che nel male. Eravamo curiosi di sapere ancora prima di vederla come sarebbe stata, quali emozioni e sensazioni ci avrebbe trasmesso. Indubbiamente influenzati da tutte le storie, alcune indiscutibilmente vere purtroppo, legate a furti e malavita, noi Napoli la temevamo, ma spinti da questa curiosità, volevamo nel modo più assoluta visitarla.
Campeggio e trasferimento
Lasciamo il camper e Milka (ancora un volta perché ovunque in Campania purtroppo non sembra essere contemplata la possibilità di viaggiare col cane) in campeggio a Pompei e prendiamo la Circumvesuviana. In una quarantina di minuti siamo in stazione a Napoli.
Dal momento in cui saliamo sul treno fino all’attesa in coda per entrare nei sotterranei di Napoli non ci sentiamo a nostro agio.
Sul treno alcune facce ci sembrano poco rassicuranti, alcuni personaggi fanno fatica a stare in piedi, altri ci guardano bieco, ma insistentemente facendoci sentire fuori luogo. Quando scendiamo in stazione, la confusione supera di gran lunga le nostre aspettative. Siamo determinati. Ci infiliamo in un quartiere con un mercato e tante bancarelle perché ci sembra caratteristico. Ne usciamo dopo pochi metri confusi, impressionati.
San Gennaro e i babà
Riprendiamo il Corso Umberto I un po’ più a portata di turista e arriviamo da San Gennaro davanti al Duomo. Qui iniziamo a meravigliarci.
Dopo una veloce visita all’interno della chiesa, mangiamo il primo di una lunga serie di babà. Ci chiediamo perché li abbiano chiamato così perché Bah è proprio l’ultima espressione che fanno venire in mente. Scopriamo che deriva dal polacco babka ponczowa.
Via dei Tribunali e lunga attesa in Piazza San Gaetano
Ci immettiamo in Via dei Tribunali affollata, allegra, caotica, confusionaria. Ogni tanto passa, facendo il “pelo” alle persone, qualche motorino, a volte addirittura qualche macchina. Ridiamo per questo spirito di leggerezza. Ci mettiamo in coda per poter visitare Napoli sotterranea.
Ci resteremo un paio di ore. Intanto mangiamo, osserviamo e mangiamo ancora.
Il nostro atteggiamento nei confronti di questa città che quando arrivi non ti accoglie, non ti coccola, non ti prende sotto braccio.
Anzi Napoli appena arrivi ti strattona, di fa spalancare gli occhi e tappare le orecchie.
Stiamo in coda e il fatto di stare praticamente fermi per due ore a cogliere ciò che di buono abbiamo intorno io credo ci abbia permesso di capire almeno un lato di Napoli.
Napoli non è una città. Napoli è uno stato d’animo. Napoli è una festa.
La nota dominante è l’allegria. Vociare, musica, caos e disordine sono caratteristiche indivisibili di questa strabiliante città. I panni appesi sono colore. I clacson che suonano senza interruzione, come se fossero scocciati, sono folklore.
Napoli Sotterranea
Scendiamo sottoterra a scoprire un’altra Napoli. Lo sappiamo che in superficie ci sarebbe molto da vedere e forse è un peccato tapparsi sottoterra, ma torneremo.
D’altro canto è bello vedere anche la faccia nascosta delle città, nel caso di Napoli il suo lato sotterraneo. Per la conformazione morfologica di Napoli, il suo sottosuolo è legato in modo del tutto complementare a ciò che si vede in superficie, diventando parte della storia partenopea.
Già i Greci scavarono il terreno per consentire l’approvvigionamento di acqua. Ancora oggi si passa accanto a enormi cisterne e in stretti cunicoli dove una volta scorreva l’acqua. Furono i Romani a creare un vero e proprio acquedotto sotterraneo.
La pietra tufacea era usata anche per costruire edifici e chiese proprio al di sopra della cava. Più grande è la cavità sotto, più grande è la costruzione sopra. Per questo motivo si dice che
“Napoli è sorta dalle sue stesse viscere”
La nostra visita assume così contorni sempre più interessanti. Questa Napoli nascosta alla luce del sole venne usata come rifugio nella Seconda Guerra Mondiale. Arriviamo in una cavità dove furono costruiti gli unici bagni sotto terra, una decina di bagni per mille e mille rifugiati. Deve essere stato un periodo durissimo. Tutti i pozzi vennero chiusi per evitare che qualche bomba entrasse anche in queste cavità diventate riparo.
Dopo la guerra Napoli sotterranea venne usata come discarica, riempita delle macerie della guerra. Solo grazie all’associazione volontari di Napoli Sotterrane è stata in parte recuperata e ci è permesso oggi di visitarne alcuni tratti.
I Pozzari
Rimaniamo incuriositi dai pozzari oggi riprodotti in ferro, ma una volta erano uomini in carne ed ossa che scendevano attraverso i pozzi nelle cisterne per garantirne la manutenzione.
Ogni casa attingeva acqua dalle cisterne sottostanti e ogni palazzo aveva il suo pozzo. In questo modo i pozzari potevano entrare in tutte le case.
La Leggenda dello Spiritello del Munaciello
Siccome Napoli è folclore non poteva mancare, intorno a questa figura, una leggenda.
I pozzari erano chiamati Munacielli, per via dei loro larghi vestiti che assomigliavano a dei sai.
I Munacielli furono per tanti anni la giustificazione di furti e ritrovamenti. I pozzari, infatti, erano spesso amanti delle belle donne napoletane, che incontravano, accedendo dai pozzi.
E siccome i pozzari volevano farsi belli davanti alle loro amanti spesso regalavano loro gioielli, monete e oggetti di valore. La loro mercanzia, però, era rubata nelle altre case.
Le donne per giustificarsi coi mariti dicevano che erano stati i Munacielli a lasciare per simpatia quegli oggetti.
Dove il gioiello spariva si dava la colpa al Munaciello, dove ricompariva si attribuiva il merito al Munaciello.
Tra queste divertenti storie, esperimenti botanici, dove piante vengono fatte crescere con l’aiuto di luci artificiali e la sola umidità del sottosuolo, cunicoli strettissimi passati con finte candele in mano, musicanti che sfruttano l’acustica delle cavità e reperti della guerra, ritorniamo in superficie. La visita, però, non è finita. Altre stranezze e particolarità ci aspettano.
Il Teatro Romano
Entriamo in un basso, la tipica abitazione napoletana. Ad un certo punto la guida sposa il letto, solleva una botola e ci fa ritornare sotto terra. Ci fa visitare il teatro romano o quello che si è riuscito a recuperare, perché per quel caratteristico spirito napoletano di sapersi arrangiare le pietre del teatro sono state usate per costruirci sopra le case. È così che spiamo una casa dal pavimento.
Nerone e il terremoto del 62 a.C.
Di questo teatro inglobato negli edifici di oggi, ne parla Svetonio quando racconta che vi debuttò un certo Nerone, che era un personaggio pieno di egocentrismo e spudorato. Infatti si riteneva un abile cantante e fece uno spettacolo dove su 6000 spettatori 3000 erano suoi schiavi con ai polsi delle manette per applaudire più forte. Era il 62 d.C.. La terra tremò. Nerone costrinse tutti a rimanere e continuò a cantare dichiarando che il terremoto non fosse altro che l’approvazione degli dei che lo stavano acclamando.
Si conclude, in quelle che solo pochi anni fa erano cantine e rimesse di motorini, la nostra visita.
Ritorniamo ai vicoli stretti e sporchi della Napoli in superficie.
Panni appesi, rumori e vitalità ci riaccompagnano in stazione e noi, forse un po’, di Napoli sentiamo già la mancanza, come un bambino, per la mamma, al suo primo giorno di scuola.
INFORMAZIONI:
-Prezzo Campeggio Spartacus: 24,00 Euro al giorno per equipaggio + 5,00 Euro se si vuole l’elettricità
-Biglietto Circumvesuviana: 5,60 Euro A/R a persona (cani non ammessi)
-Pizza + pizza fritta + frittatina: 4,50 Euro
-Ingresso Napoli sotterranea con guida: 10 Euro a testa (non c’è possibilità di prenotare online per evitare la coda – tempo di attesa 1h30)
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Via Plinio, 127, 80045 Pompei; coordinate GPS 40.74682, 14.4839 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Gennaio 2020 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Cattedrale di San Gennaro Mangiare per strada Napoli sotterranea ingresso ufficiale in P.za San Gaetano |