Avete presente quando sentite il richiamo della foresta?
Tutte quelle volte che viene naturale dire “basta ho bisogno di staccare” e vi viene in mente subito la tranquillità di un bosco, ma anche del mare calmo della sera o persino di un campo di grano dorato dalla luce del primo mattino?
Ecco sono queste le sensazioni di cui abbiamo bisogno in questo periodo successivo a mesi di tristezza e giusta clausura.
Il potere curativo e rigenerante della natura
Diciamocelo chiaramente io, da queste fase 1, fase 2 e fase 3, ne sono uscita, senza ombra di dubbio, fuori fase. Ecco che nasce in noi il bisogno quasi impellente di immergerci nella natura. Insomma d’altro canto c’era già chi cantava di entrare nel bosco, fermarsi a dormire sul muschio per vivere, per inventarsi una vita viva, no?
Cerchiamo così una passeggiata che possa essere alla nostra portata ma che ci permetta di riacquistare un po’ il contatto con la natura per vedere di stare un pochino meglio. Insomma quando non puoi leccarti le ferite perché non sono nemmeno visibili, la natura è un toccasana: infonde tranquillità, rassicura ti fa sentire parte di un tutto che va avanti inesorabilmente, qualcosa che cresce, si espande, scompare e poi ricresce. La natura è equilibrio, è armonia, è saper aspettare che tutto scorra.
La strada per il Gaver
È così che decidiamo di prendere il camper e indirizzarci verso il Gaver. Costeggiamo il lago d’Idro. Facciamo tappa ad Anfo per la notte. E non vuoi rendere omaggio ancora al nostro fedele amico Eridio? Sembra scortese. In realtà sta già calando il sole e non ce la sentiamo, non conoscendo la strada, di salire verso il Passo Crocedomini con il buio. E poi sì fermarci ad Anfo per noi che amiamo questo posto non è certo un dispiacere.
Il giorno dopo quando, dopo aver costeggiato il lago d’Idro, abbandoniamo la provinciale 237 e iniziamo a salire in direzione Bagolino constatiamo che in fin dei conti la nostra decisione di procedere con la luce diurna è stata saggia, poiché seppur fattibile è pur sempre una strada di montagna, a tratti stretta o dissestata e con un alcuni tornanti che portano velocemente in quota.
Parcheggio camper temporaneo
Parcheggiamo temporaneamente di fronte al bar albergo Blumon. Temporaneamente perché nonostante non ci siano cartelli o altre indicazioni un signore ci dice che lì non possiamo stare per la notte perché è proprietà privata.
Peccato perché è un bel posto e poi ci stavamo già godendo la vista delle montagne. Il dispiacere però non ci rovina i piani. Mangiamo e prendiamo il sentiero che conduce alla piana e ai laghi di Bruffione. Si potrebbe raggiungere da qua anche il rifugio Tita Secchi e il Lago della Vacca, ma visto l’orario ormai tardo decidiamo di riservarci questa escursione per un’altra volta.
Escursione alla piana di Bruffione
Per arrivare alla piana di Bruffione impieghiamo un paio di ore (il tempo di percorrenza dato è di 1 ora e 30, ma sì sa che per noi vale la regola “lascia o raddoppia”). I laghi che a detta di tutti sono imperdibili non facciamo in tempo a raggiungerli perché ci fermiamo alla malga a comprare quasi 2 chili di formaggio, a parlare con gli animali (tantissimi: capre, mucche, asini, galline) e a guardare come si fa a riportare dagli alti pascoli fino in malga una mandria di mucche.
Il formaggio tipico è il bagoss che prende il nome da Bagolino. Comprarlo in malga a 1750 metri è stata un’esperienza con dei risvolti sorprendenti. In malga abbiamo comprato un formaggio non troppo stagionato, che si tagliava facilmente sotto la lama del coltello. Arrivati a casa avevamo una fetta di cemento. Ci siamo detti questione di umidità. In realtà a me vengono più in mente le bottiglie di plastica che, quando torniamo dalla montagna, per il cambio di pressione, troviamo sempre strizzate come stracci.
Se voi avete però una spiegazione scientifica del perché il Bagoss sia diventato duro come il muro scrivetecelo nei commenti così ci mettiamo l’anima in pace e la prossima volta mangiamo i 2 chili di formaggio direttamente in malga.
Ad ogni modo, l’escursione ha sortito in noi l’effetto desiderato: abbiamo camminato nel bosco quanto basta per liberarci dai pensieri, sudato un po’ che non libera dalla tristezza, ma purifica sicuramente, ovunque è pieno di maggiociondolo in fiore colorando i pendii e il sentiero di allegre chiazze gialle. La piana di Bruffione è uno spettacolo. Usciti dal bosco la vista si allarga su questa distesa verde che ci fa sentire in un altro paese. Circondano la piana queste montagne austere che giocano a nascondersi a tratti con delle nubi poco incoraggianti.
Ci prendiamo dei lunghi istanti per fermarci su un masso ad osservare. Non potevamo chiedere di più da questa escursione. Gli imperdibili laghi di Bruffione distano solo una mezz’ora, ma noi attratti dalla malga alla piana ci dilunghiamo per troppo tempo.
Parcheggio camper per la notte
Quando torniamo al camper ci spostiamo poco più in basso di fronte alla Sat (società attrazioni turistiche). Anche qui non si sta male, anche se la vista non è aperta sulle montagne come lo era prima, ma siamo accanto al vivace e limpido torrente che attraversa la valle e poi siamo a 1500 metri e stanotte dormiamo al fresco.
INFORMAZIONI:
-Prezzo Sosta: Gratuita
-Tempo percorrenza escursioni: Piana di Bruffione 1,30 h, Laghi di Bruffione 2h, Rifugio Tita Secchi 3,30h
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Parcheggio di fronte al S.A.T. Società Attrezzature Turistiche; coordinate GPS 45.91384, 10.45784 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Giugno 2020 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Escursioni Trekking Lago della Vacca, Rifugio Tita Secchi, Piana e laghi di Bruffione |