Attratti dall’idea di trovare un po’ di fresco lasciamo Porto Corallo, il mare e il vento infuocato e ci dirigiamo niente po’ di meno che al campeggio più alto della Sardegna. Percorriamo un tratto della bellissima s.s. 125 fino al Passo Genna Silana.
Campeggio a 1000 metri sopra il livello del mare
Il camping Silana, poco prima del passo, è affacciato sulle montagne che qui hanno pareti calcaree scoscese a strapiombo nel vuoto. Abbiamo raggiunto i 1010 metri sopra il livello del mare. L’ambiente è così diverso da farci dimenticare di essere in Sardegna. Eppure è proprio questa una caratteristica sarda il saper miscelare gli elementi in combinazioni stranianti, mare, montagna, vento e sole, grotte e miniere, sopra e sotto, alto e basso, storia e mistero, scienza e magia. Questa è davvero la Sardegna e a noi che i contrasti da sempre siamo attratti dai contrasti sembra che l’isola si stia lentamente giudicando il podio della regione d’Italia più attraente.
Gorropu
La nostra intenzione comunque è ben precisa. Non siamo qui solo nell’intento di trovare un sollievo al caldo torrido, cosa, tra l’altro, perfettamente riuscita nei nostri 1000 metri di sosta panoramica. Vogliamo visitare il canyon di Gorropu, uno dei più alti d’Europa. Siamo tra i monti del Gennargentu dove il Rio Flumineddu ha scavato in un periodo tra 190 e 60 milioni di anni una gola profondissima. La genesi di queste rocce calcaree è sottomarina, così che non mancano fossili al loro interno. Gorropu in sardo vuol dire proprio gola. È una ferita nella montagna, un taglio come se qualcuno ci avesse passato una lama affilata. Gorropu fa da confine naturale tra il Supramonte di Orgosolo e Urzulei.
Un’escursione al contrario: occhio alle energie
Anche l’escursione, come tutto il contorno, è un po’ straniante e inganna notevolmente i nostri sensi e, soprattutto, le nostre energie. Si parte, infatti, dell’alto, al contrario della montagna classica, prima viene la discesa e poi la salita. Il sentiero ha inizio dal Passo Silana e in 4 km ci porta a quasi 700 metri più in basso. Il tratto iniziale si sviluppa all’ombra di grandi lecci. Fin da subito si vede scorrere il Rio Flumineddu in basso, lontanissimo. Resterà lontano, simile a un miraggio, per un paio di ore. Si vedono le pareti delle montagne puntellate di giallo dai fiori delle ginestre.
Si oltrepassano diversi “cuili”, capanne bellissime e affascinanti, fatte di rami addossati. Erano la dimora di un tempo dei pastori del Supramonte e oggi sono state recuperate. Sono simili, ma più modeste, alle capanne dei pastori viste sulla Giara. All’inizio del nostro trekking ci chiediamo la loro funzione al giorno d’oggi. Circa a metà percorso siamo stanchi e provati, nonostante il sentiero sia in discesa. Scherziamo e diciamo che i cuili sono stati oggi ripristinati per gli escursionisti poco allenati come noi. Forse non ci sbagliamo. Dopo aver attraversato un paio di ghiaioni sotto le rupi di Costa Silana, ci aspetta un tratto soleggiato a ridosso delle alte e colorate pareti della Punta Cucuttos. Il fiume rimane sempre lontanissimo e del canyon nessuna ombra.
Fortunatamente l’ultimo tratto è al riparo dal sole attraversando un bosco di macchia mediterranea. Abbiamo finito l’acqua, due litri, un litro all’ora. In fondo all’ingresso del canyon c’è una sorgente. Nelle pozze del Rio si possono fare bagni rigeneranti nell’acqua verde smeraldo. Abbiamo con noi 2 panini fatti fare al rifugio in cima al passo, vogliamo aspettare di raggiungere l’acqua del fiume e la sorgente prima di mangiare. All’ingresso del canyon non troverete nient’altro che la biglietteria per la visita alla gola.
L’escursione a nostro avviso è presentata da tutti come facile, fattibile e in discesa. Proprio il fatto di partire con il massimo delle forze in discesa inganna corpo, mente e il nostro dispendio di energia e acqua. Tanto è in discesa e giù c’è una fonte. Il sole sardo spacca la pietra, figuriamoci le vostre teste. Così, provati, arriviamo finalmente al fiume. Recuperiamo l’acqua, fresca, buonissima, la più buona acqua di sempre. Ficchiamo le gambe nell’acqua ghiacciata del Rio Flumineddu e mangiamo i nostri panini. Ritemprati siamo pronti per addentrarci nella gola di Gorropu. La nostra escursione inizia qui.
Inghiottiti nella Gola
L’ingresso è a pagamento. Molti si lamentano per il fatto che una cosa naturale dovrebbe essere a disposizione di tutti e non bisognerebbe pagare. È un concetto difficile, infatti, da valutare, ma diventa più comprensibile quando ci addentriamo nel canyon e vediamo che un posto così deve essere tutelato, protetto in qualche modo e controllato. Ecco perché ha senso pagare.
I cani sono ammessi, ma ancora prima di arrivare alla biglietteria vediamo che Milka ha diverse difficoltà nell’affrontare i massi più grandi. Milka è una grande arrampicatrice, ma i sassi sono giganteschi e levigati dalla forza erosiva del fiume. Nei periodi invernali, quando il fiume è in piena, infatti, scorre all’interno della gola. D’estate si infiltra al di sotto, passando nelle grotte sotterrane e risbucando all’imbocco della gola, quando incontra gli scisti del paleozoico, che sono impermeabili.
È lì dove ci siamo un po’ riposati e pranzato. Alcune traverse di legno consentono il passaggio tra un masso e l’altro e se rendono il cammino più agevole per un uomo di certo non per un cane dove le zampe s’infilano tra un ramo e l’altro. Decidiamo, così, di lasciarla all’ingresso, affidandola alle guide, che sono state la nostra salvezza in questo caso.
Escursione nel canyon
Camminare nella gola è un’emozione unica che nemmeno la stanchezza riesce ad affievolire. Le pareti sono davvero altissime. Non abbiamo mai visto un canyon così profondo. Raggiungono quasi i 500 metri d’altezza. Il silenzio è d’obbligo per ragioni di sicurezza degli umani e di tutela degli animali, che spaventandosi potrebbero far cadere massi dalle ripide pareti. Tuttavia, il silenzio diventa anche presto naturale per rispetto e riverenza alla montagna, alla natura e alla bellezza di ciò che ci circonda.
Il percorso sarebbe di 1,5 km diviso in 3 gradi di difficoltà, verde, giallo e rosso. Noi arriviamo fino alla placca inclinata che segna l’inizio del rosso. Dopo di che ci arrendiamo. Le pietre passano dall’essere enormi macigni bianchi e levigatissimi, dove perfino l’occhio sembra riuscire a scivolare, a semplici ghiaioni. Il punto più stretto del canyon misura 4 metri. Segna la fine del tratto verde ed è forse la parte più suggestiva della gola.
Il ritorno: altra avventura
Terminata la nostra avventura all’interno di Gorropu non abbiamo più le forze necessarie per risalire i 700 metri di dislivello che ci separano dal passo Genna Silana. Prenotiamo il ritorno in jeep. 15 euro a testa e paga anche Milka, 10 euro. Il costo ci sembra tanto e anche qui come era successo per l’ingresso a Gorropu ci chiediamo il perché di questa cifra che ci sembra eccessiva.
Lo scopriremo al raggiungimento della partenza della jeep. Prima di arrivarci, però, bisogna percorrere un sentiero per altri 3 km. Tuttavia questi 3 km non hanno nulla a che vedere con i 4 km di sudore e fatica dell’andata. Il percorso è un continuo saliscendi molto dolce e poco faticoso. Arrivati alla jeep inizia un’altra avventura. L’ennesima di una giornata che sembra infinita.
Il percorso della jeep si snoda per 6 km di sterrato a picco sulla parete della montagna. Buche, sassi, strapiombi e salite pazzesche. I guidatori sono eccezionali con un’abilità al volante da far dedurre quante volte facciano questa strada. Concludiamo questa giornata epica, all’insegna dell’avventura stanchi, esterrefatti, straniti e sballottati e riconsegnati al passo Silana.
Davanti ad una buona birra sarda pensiamo che, a tutti gli effetti hanno ragione loro, i guidatori delle jeep, quando ci dicono che basta un po’ di esperienza che rende amica la paura e tutto diventa anche divertente.
INFORMAZIONI:
-Prezzo Sosta: 20,00 Euro a notte
-Costo ingresso nel Canyon: 5,00 Euro a persona
-Navetta/ Jeep per il ritorno: 15,00 Euro a persona + 10,00 Euro il cane
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Camping Gorropu-Camper Sosta Silana, Strada Statale 125 Orientale Sarda, Urzulei, OG; coordinate GPS 40.15323, 9.51112 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Luglio 2019 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Trekking, escursioni, bagni al fiume |