Lungo la statale 134 appena fuori dall’abitato di Castelsardo si trova un elefante. Esatto. Un elefante a fare da sorvegliante, da casellante. Seduto sulla strada lo si vede controllare il traffico fin da chilometri di distanza.
La Forma
Un elefante gigantesco, alto almeno due volte e mezzo una persona, un elefante con tanto di proboscide. Ma non è un elefante vero. È una roccia. Una roccia che anticamente era attaccata al Monte Castellazzu, ma poi si staccò e rotolò giù.
Ci viene un po’ il dubbio sia una trovata turistica in un primo momento. Pensiamo proprio che sia così somigliante ad un elefante che ci vediamo lo zampino umano. Un aiutino di qualche scalpello e martello. Tutto ciò che conoscevamo della Roccia dell’Elefante di Castelsardo finiva lì, nella sua forma, nelle sue sembianze ad un grande enorme pachiderma.
Il Parcheggio
Arriviamo e parcheggiamo il camper sul ciglio della strada, dove, a forza di turisti, si è creato uno spazio sufficientemente largo. Arrivano anche alcuni pullman, che però si piazzano provvisoriamente un po’ più lontano, dove la strada diventa più larga. Siamo in bassa stagione e non troviamo difficoltà per fermarci a guardare la Roccia. Il movimento di turisti, comunque, non è poco, ragione per cui immaginiamo che, nei mesi di piena estate, il luogo non sia facilmente, o quanto meno comodamente, visitabile.
Ci incamminiamo verso il pachiderma che resta ovviamente immobile e non barrisce, nemmeno quando facciamo finta di fargli il solletico sulla proboscide. Arriviamo vicino alla roccia e scopriamo la meraviglia di questo posto.
All’aria tutte le nostre congetture sull’autenticità della forma dell’elefante.
La Sostanza
Questa roccia staccatasi dal vicino monte, rotolata a valle, scolpita dalla natura, non è una cosa straordinaria per la sua somiglianza ad un elefante. C’è molto di più. Al suo interno infatti restano visibili due domus de janas del periodo prenuragico.
Le Domus de Janas
Le domus de janas sono tombe preistoriche scavate nella roccia e sono tipiche della Sardegna o quasi, perché a dire il vero curiosando qua e là, di grotte simili per architettura e lavorazione ce ne sono in tutto il mondo. Costruzioni simili si trovano addirittura in Giappone, in Perù, in Ucraina o in Turchia. Il loro nome significa “casa delle fate”, perché la tradizione popolare le ritiene abitate da queste piccole e magiche creature.
Le due Domus de Janas presenti nella Roccia dell’Elefante sono di due periodi diversi e poste pure su due livelli differenti. Una posta più in alto, praticamente inaccessibile, è quella più antica. La seconda grotta meglio conservata si apre più sotto ed è una sorpresa, ancora più che vedere un elefante di roccia, al lato della strada.
Al suo ingresso, scolpito sulla parete della prima cella si vede il rilievo di un elemento decorativo: la testa di un toro. Stiamo parlando di uomini primitivi, III millennio a. C. e sapevano disegnare un toro meglio di quanto sapremmo fare noi, oggi, a trent’anni suonati.
INFORMAZIONI:
-Prezzo parcheggio: gratuito
-Costo visita alla Roccia dell’Elefante: gratuita
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Roccia dell’Elefante, Strada Statale 134 Km 19,300, Castelsardo; coordinate GPS 40.88968, 8.74621 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Giugno 2019 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | visitare le Domus de Janas |