La sua forma ricorda una piccola arpa, strumento da cui prende il nome. È la patria di Cicerone, che proprio qui nacque nel 106 a.C. E’ un piccolo paese della Ciociaria ricco di tradizioni e di storia. È, infatti, dotato di una delle cinte murarie di epoca preromana meglio conservate in tutto il Mediterraneo. Stiamo parlando di Arpino, borgo antico del Lazio meridionale, arroccato a 450 metri, sul versante sinistro della Valle del Liri.
Mura ciclopiche
Le sue mura sono dette ciclopiche perché sono realizzate a secco con enormi blocchi di roccia calcarea. Il mito narra che proprio i ciclopi, il popolo dei Pelasgi e il Dio Nettuno siano stati gli artefici di una tale gigantesca opera. Sembra impensabile che uomini, con il solo ausilio della propria forza, abbiano potuto innalzare queste mura, che raggiungono anche i 6 metri di altezza.
Civitavecchia di Arpino
La parte più alta del paese è la Civitavecchia di Arpino, situata a 650 metri dove sorge l’acropoli. La porta d’ingresso con un arco a sesto acuto è una costruzione di rara bellezza, l’unica nel suo genere ad essere ancora visibile in tutta Europa. Una disposizione comunale vieta l’apertura all’interno dell’acropoli di esercizi comunali. Noi troviamo un ambiente surreale dal tanto è tranquillo. Tutt’ora abitata, Civitavecchia è un luogo di grande fascino dove storia, leggenda e cieli stellati hanno la meglio sulla frenesia tipica del commercio.
Tradizioni rimaste inalterate
Le mura poligonali racchiudono la città di Arpino. Dalla Civitavecchia seguendo il profilo della collina sembrano unire Civitavecchia, Arpino e Civita Falconara sull’altro lato del declivio. Arpino colpisce per la sua bellezza antica, di paese che ha mantenuto inalterato il suo aspetto e le sue tradizioni. Lo si percepisce nelle vie del centro, che mantengono oggi le dimensioni originarie nonostante siano comunque percorse dalle automobili.
Ogni anno alla fine di Agosto si svolge il Gonfalone, una festa tradizionale dove i partecipanti necessariamente arpinati, rappresentando le diverse contrade del paese, si sfidano indossando le cioce in diverse storiche discipline come la corsa coi sacchi, quella con gli asini, con le carriole o ancora con le cannate, tipici vasi di terracotta usati dalle donne per portare l’acqua.
È un paese dove ancora si mantengono vivi gli usi e i costumi, i lavori della terra. Qua e là è in corso la raccolta delle olive. Moltissimi sono gli ulivi e altrettante persone sono intente a stendere le reti per raccoglierne i frutti. Troviamo molti pastori per le strade intenti a condurre con qualche cane maremmano le capre.
Isola del Liri e la sua cascata in pieno centro storico
A qualche chilometro di distanza da Arpino siamo catturati dalla straniante e insolita bellezza di Isola del Liri. In pieno centro cittadino, infatti, scorre un ramo del Liri che forma niente meno che una cascata, la Cascata Grande. Noi abbiamo la fortuna di poterla ammirare di sera e lo spettacolo di vedere una cascata naturale illuminata in tutti i suoi 27 metri tra gli edifici di una città ci lascia senza parole.
L’Abbazia di Casamari
Nel comune di Veroli sorge l’Abbazia di Casamari. Il nome deriva dal console romano Gaio Mario ricordato anche dalla via Mària in cui si trova questo strepitoso esempio di architettura gotica del 1200. Al suo interno i monaci oltre alla preghiera insegnano nel collegio adiacente, coltivano la terra, curano l’orto botanico da cui traggono erbe e piante per la produzione di sciroppi unguenti e liquori. All’interno dell’abbazia c’è la farmacia e la liquoreria. È qui che troviamo le gocce imperiali, 90 gradi a base di anice, un toccasana per favorire la digestione.
La Certosa di Trisulti
Seguendo la via dei benedettini, ad una ventina di chilometri di distanza dall’abbazia di Casamari, giungiamo ad un’altra incredibile bellezza: la Certosa di Trisulti a Collepardo. La Certosa sorge nel mezzo di un bosco sui pendii del Monte Rotonaria a 825 metri di altitudine. L’ingresso costa 5 euro ma al nostro arrivo la troviamo chiusa. La Certosa è però talmente maestosa che si fa ben apprezzare lungo la strada dal versante opposto. Essa domina con eleganza e antica solennità la selvaggia valle.
Un viaggio fantastico
È stato questo un fantastico viaggio. Gli spostamenti tra un luogo e l’altro non sono avvenuti in camper, che abbiamo lasciato ad Arpino, ma ci siamo mossi in macchina grazie agli amici di Arpino che ci hanno guidato alla scoperta di una parte della Ciociaria a noi ignota, un luogo di storia millenaria, tradizioni, buona cucina, radicata religione e sana genuinità.
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Via Porta dei Fiori, Arpino; coordinate GPS 41.64584, 13.6143 (descrizione e prezzi sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Ottobre 2018 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Mura ciclopiche Arco Sesto acuto Isola del Liri Abbazia Casamari Certosa Trisulti |
PERCHE’ SI’ | Per le numerose testimonianze storiche, per le tradizioni ancora rimaste inalterate e per l’aria allegra che qui si respira |