Capoluogo dell’Abruzzo, L’Aquila ha una recente storia tristemente nota per la distruzione lasciata dietro di sé dal sisma del 2009. Noi abbiamo deciso di visitarla comunque e abbiamo trovato davvero un luogo unico per la capacità di farci riflettere, ma anche un posto da visitare con occhi diversi, perché il bello resiste e supera il dolore.
Una sosta con acqua minerale naturale
Sul pendio di un colle posto alla destra del fiume Aterno, sorgeva un tempo L’Aquila. Il nome originariamente stava ad indicare l’abbondanza di acqua. Ancora oggi troviamo esposte sulla fontanella, situata nell’area di sosta, le proprietà organolettiche della sua acqua, che ne fanno a tutti gli effetti un’acqua minerale naturale ottima da bere.
Un unico grande cantiere
Oggi, L’Aquila è il nono comune più esteso d’Italia con quasi 70.000 abitanti. Colpita dal terremoto che nel 2009, ha provocato la morte di 309 persone, ferendone 1600 e causando danni inestimabili è ora, soprattutto, una città che sta risorgendo. Percorrendo le vie del centro cittadino, si cammina in un susseguirsi di cantieri, che stridono con quei pochi eleganti e recenti palazzi dagli intonaci appena stesi. L’Aquila è ancora adesso una città universitaria. L’università è stata ricostruita. La vecchia sede universitaria è impacchettata, come un regalo poco gradito, lasciato in un angolo del ripostiglio. È puntellata e tenuta insieme da delle grosse cinghie. Ha l’ultima A quella accentata in bilico, il muro crepato e il suolo pieno di macerie. È l’emblema di questa città, il cui cuore è stato raso al suolo.
Il Forte Spagnolo
Arrivando dall’area di sosta, si incontra per primo il Forte Spagnolo. Una passeggiata nel suo grande parco è un piacevole modo per attivarsi di primo mattino. Come noi, molte persone chiacchierano e passeggiano tra gli alberi dai colori autunnali. Il Forte Spagnolo è uno dei simboli della città. È stato anch’esso gravemente danneggiato dal sisma e, tuttora, sono in atto lavori di ripristino, che non consentono l’accesso al pubblico alle sale interne.
La vista da fuori ne rivela una struttura mastodontica, è un castello del 500, fatto costruire sotto la dominazione spagnola, per intensificare il controllo militare dell’appena conquistato Regno di Napoli. In realtà, il Forte Spagnolo non venne mai usato per scopi bellici, ma divenne residenza del governatore spagnolo già a partire dal 1600.
La Fontana delle 99 Cannelle
Il vero simbolo della città, però, si trova dall’altra parte rispetto la nostra posizione. Attraversiamo, allora, il centro cittadino, quello che una volta era il fulcro di una città dalle molte testimonianze storiche. L’aria odora di calce, ovunque la polvere accompagna i nostri passi. Giungiamo, in una lunga passeggiata per colpa delle tante vie ancora chiuse perché inagibili, alla Fontana delle 99 Cannelle, una delle prime opere ripristinate dopo il terremoto in città.
La leggenda
Una leggenda collega la fondazione de L’Aquila alla costruzione di questa serie di fontane. Si narra che si volesse creare una città talmente bella da non essere paragonabile a nessuna altra, una città che riunisse tutti i 99 castelli circostanti. Per riuscire nell’intento fu imposto a ciascun Signore dei 99 castelli di costruire ciascuno nel proprio territorio una piazza con una chiesa e una fontana. L’Aquila sarebbe l’unione di tutte queste costruzioni e per questa ragione si dice che la città abbia 99 piazze, 99 chiese e 99 fontane.
La Fontana delle 99 Cannelle rappresenta i 99 Signori che permisero la costruzione di un’unica grande città. È una fontana immensa con pareti su tre lati, grandi vasche e una scalinata bianca che sembra far scivolare in questa piazza circondata da acqua. Sulle pareti a forme geometriche bianche e rosa sono stati installati quelli che sarebbe i volti dei Signori dalle cui bocche esce vivace la fresca acqua.
Immota Manet
Sopra la fontana, sulla parete centrale, campeggia lo stemma della città: un’aquila. Canzonatoria sembra essere la scritta laterale Immota Manet “resta ferma”, attribuita a Virgilio, forse profetico più che poetico nell’assegnare a una città come L’Aquila questo motto. Sembrerebbe che la faglia, ancora attiva, abbia fatto sprofondare, col terremoto del 2009, il centro della città di ben 15 centimetri.
C’era una volta L’Aquila si può dire oggi. Dalla nostra visita, però, abbiamo appreso che ci sarà ancora, sicuramente diversa, rinnovata e più forte di prima. Sarà, più che mai, moderna e ricca, con quella forza che, solo chi si rialza dalla polvere, può avere.
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Via Strinella 2, L’Aquila; coordinate GPS 42.35152, 13.4066 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Ottobre 2018 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Passeggiata al parco del Forte Spagnolo e nel centro città Fontana Luminosa Fontana delle 99 cannelle |
PERCHE’ SI’ | Sebbene il centro sia del tutto distrutto dal terremoto del 2009, L’aquila sta risorgendo, facendoci rendere conto che la vita va avanti. Doveva essere molto bella e lo sarà ancora. |