La Valle d’Aosta offre ai turisti una serie pressoché infinita di castelli da visitare. Noi abbiamo scelto quello di Fenis, perché il paese è dotato di un’area sosta gratuita non troppo lontana dal castello, in cui i cani di grande tagli purtroppo non possono entrare.
Castelli e Dora Baltea
Nel nostro giro in Valle D’Aosta, capiamo che questa regione, incastonata tra le montagne più alte d’Europa, ha due costanti che la caratterizzano in lungo e largo: i castelli e la Dora Baltea.
Quest’ultima è il fiume più freddo d’Italia, con la maggiore portata d’acqua alla sorgente. Nasce, infatti, niente meno che dai ghiacciai del Monte Bianco e percorre tutta la Valle d’Aosta per arrivare, poi, in Piemonte e sfociare nel Po. Le nostre notti in questa valle sono state tutte, dalla prima all’ultima, accompagnate dal rumore dello scorrere impetuoso dell’acqua, la metà delle volte era il rumore della Dora Baltea, l’altra metà, dei suoi affluenti.
Fenis e il suo castello
Sulla falsa linea del percorso della Dora Baltea, giungiamo a Fenis attratti dal suo castello. In realtà, nasce, più che come fortezza difensiva, come vera residenza nobile, ma è costruito con tutti i canoni di un forte militare. Solo la posizione adagiata non in alto, ma su un falso altopiano, fa dedurre il suo scarso valore difensivo. Per il resto, è un vero castello con una doppia cinta muraria, guardiole e feritoie.
Il castello di Fenis ebbe i suoi splendori tra il 1200, quando fu costruito, e il 1400. Poi iniziò il suo lento declino, fino al secolo scorso, quando si diede avvio al suo recupero. Oggi è in parte visitabile, esclusivamente con visita guidata, al prezzo di 7 euro. Il solo cortile interno, completamente decorato con i colori della famiglia Challant bianco, nero e rosso, ne vale il costo d’ingresso. All’interno sono presenti arredi del 1500 e 1600.
I cani, se non possono essere tenuti in braccio, non sono ammessi, se non all’esterno del castello. La visita è, comunque, abbastanza veloce, nonostante la grandezza del castello, poiché moltissime stanze non sono agibili per il pubblico. Percorrendo il sentiero che si snoda tra i campi di fiori alle spalle del castello, è possibile averne un punto di vista leggermente sopraelevato e un po’ particolare.
Il castello di Fenis fu voluto per volontà della nobile famiglia Challant. Non si hanno testimonianze scritte che documentino la vera storia e utilità del castello ad eccezione di uno scritto del 1242 che ne dichiara la proprietà dei Challant. Il castello venne ampliato e notevolmente modificato con la costruzione della seconda cinta muraria tra il 1300 e il 1400.
Il cortile interno del castello
Ciò che più colpisce di questo castello è il cortile interno, da dove parte una scalinata centrale in pietra, che conduce direttamente al primo piano, in cui risiedeva il signore. Le due file di ballatoi di legno sono state ricostruite, perché andate perse, come tutte le altre parti in legno del castello, ad eccezione delle cornici dei camini. A proposito di camini, al piano terra, quello dedito ai soldati e alla servitù, c’è un camino grande quanto un’intera stanza, dotato di una canna fumaria gigantesca.
Dopo il 1420 inizia il periodo di declino per l’intero castello, per finire di essere venduto nel 1700 a 90.000 lire per cercare di coprire i debiti della famiglia Challant. Divenne poi fienile, ricovero per gli animali, abbandonato e privato dei mobili e ceduto nuovamente questa volta allo Stato a 15.000 lire. Solo lo scorso secolo, il castello di Fenis divenne di proprietà della regione Valle d’Aosta, che lo ha reso visitabile.
La sosta
Con una passeggiata di qualche minuto, torniamo all’area di sosta nei pressi del cimitero, pochi metri più in basso. L’area è gratuita, dotata di carico e scarico, vicina alla ciclabile e ovviamente alla Dora Baltea, a cui ormai siamo affezionati.
INDIRIZZO DELLA NOSTRA SOSTA | Località Chez Sapin, 36A; coordinate GPS 45.73822, 7.48675 (descrizione, prezzi e voto sulla nostra mappa). |
PERIODO DELLA VISITA | Luglio 2018 |
COSA FARE E PUNTI D’INTERESSE | Visita al museo e al castello |
PERCHE’ SI’ | La visita guidata al castello aiuta il visitatore a entrare in sintonia con un passato fatto di sfarzi, poi dimenticati |