13 gennaio 2018
Viva Verdi
IDEA NUMERO UNO: visita a Busseto
Con il primo viaggio di questo nuovo anno ci rechiamo nei paesi che hanno dato i natali a Giuseppe Verdi. Ci fermiamo a Busseto, dove la sosta è consentita per sole 12 ore, ma il paese si visita molto velocemente.
I luoghi di principale interesse sono tutti concentrati intorno a piazza Verdi, dove campeggia un ciclopico Giuseppe Verdi di bronzo seduto su di una altrettanto gigantesca sedia ad ammirare i passanti. Alle sue spalle si erge la Rocca Pallavicino oggi sede del comune e del teatro intitolato, ovviamente, al musicista.
La Salsamenteria Verdiana
Ci addentriamo sotto i portici della via principale dove ci lasciamo scappare la Salsamenteria Verdiana, un caratteristico luogo adatto a stuzzichini di prodotti tipici del parmense: ricchi taglieri di formaggi e di affettati, come prosciutto di Parma o il culatello della vicina Zibello accompagnati da grosse noci da prendere a martellate e da ottimo Gutturnio da sorseggiare in bianche scodelle. A noi lo consigliano, però, troppo tardi e, ignari di questo “bendidio”, ci limitiamo a comprare, rispettando almeno la provenienza del prodotto, del buonissimo parmigiano reggiano per la pasta sul camper.
Per la notte ci spostiamo a Soragna: la nebbia si infittisce sempre più e vela il tramonto, rimandiamo alla mattina successiva la visita del paese e ci rintaniamo al caldo del nostro piccolo accogliente camper.
14 gennaio 2018
Un ideale giorno di nebbia tra fantasmi e labirinti
IDEA NUMERO DUE: Soragna e i fantasmi del passato
Quando ci incamminiamo per visitare Soragna, il sole è già alto nel cielo, ma la nebbia lo copre incessantemente dalle prime ore del mattino. Giungiamo alla Rocca Meli Lupi, mai nome fu più indicato con questo tempo da cani. L’interno, vediamo dalle foto al suo ingresso, è ancora perfettamente conservato e meriterebbe una visita, ma rispetta uno stretto orario invernale e noi la troviamo chiusa. Ne curiosiamo, comunque, il cortile interno e il giardino posteriore ed è qui che crediamo possa uscire dalla foschia, in cui risalta solo un enorme albero scuro, un fantasma del passato. Ci allontaniamo e decidiamo di spostarci verso Fontanellato.
IDEA NUMERO TRE: Labirinto della Masone, dove perdere e ritrovare il talento
Lungo la strada siamo catturati dalle indicazioni per Il Labirinto, così senza troppi indugi alla fine le seguiamo.
Siamo fortunati: è l’ultimo giorno di apertura prima dello stop invernale. I cani sono ammessi, tranne nelle galleria d’arte. Il Labirinto della Masone apre al pubblico nel recente 2015.
Inizialmente il prezzo d’ingresso ci lascia sbigottiti: 18 euro a testa.
Una volta usciti possiamo però dire che ne vale il costo. Il labirinto è, infatti, il più grande dedalo esistente. Interamente composto da migliaia di piante di bambù, è un percorso di circa 3 km, a seconda di quante volte vi ritrovate nello stesso punto. Potete impiegarci dall’ora e mezza all’infinito.
Alla sua, non semplice, uscita si para davanti agli occhi una piramide, un gigantesco cavallo rosso e il suo cavaliere riflessi su se stessi. Altre sculture contornano il giardino e alcune sale adiacenti ospitano, al loro interno, opere d’arte. Un corridoio all’aperto ci conduce alla galleria d’arte vera e propria.
Franco Maria Ricci: l’ideatore
Il labirinto è stato pensato e progettato da Franco Maria Ricci, prendendo ispirazione dal procedere incerto dell’amico letterato Borges divenuto cieco negli ultimi anni della sua vita.
Ricci è un grande intellettuale eclettico e, indubbiamente, si ispirò nel suo progetto anche alla mitologia greca, al labirinto di Minosse e alla vicenda di Teseo e Arianna.
Insieme alla galleria d’arte, ci sono anche opere della collezione privata di Ricci, parte della sua biblioteca e della sua produzione come editore di libri d’arte.
Terminata la visita, non possiamo che ammirare il genio creativo di questo uomo che alla soglia degli ottant’anni sembra non arrestarsi. Tutto questo ci suggerisce una nota degna di approfondimento: Franco Maria Ricci si laurea in geologia e ancor prima dei suoi trent’anni si sta già dedicando alla sua attività di editore e grafico e riteniamo che sarebbe stato uno spreco, se non avesse avuto modo di seguire questa sia indole, continuando a fare il geologo.
Siamo anche noi intrappolati?
La conseguente riflessione che ci sorge spontanea è che oggi siamo tutti intrappolati nei nostri bei attestati che ci vincolano e a volte ci obbligano ad essere quello che non siamo: vale più un pezzo di carta della naturale propensione delle persone. Forse, per seguire questa richiesta del mondo del lavoro che punta tutto sulla “certificazione del saper fare”, più che “fare naturalmente bene e al meglio”, molte persone, oggi, si ritrovano persi in labirinti personali, intrappolati da quei diplomi appesi al muro insieme al loro talento. Sarà per questo motivo che le ultime generazioni vedono sempre meno geni esprimersi liberamente? Sarà colpa di una chiusura mentale condizionata dalla società che soffoca la creatività? Noi speriamo di scoprire anche questo attraverso il nostro viaggio, che per ora prosegue nella vicina Fontanellato.
15 gennaio 2018
Fontanellato: una rocca che si tuffa
IDEA NUMERO QUATTRO: Fontanellato
L’area sosta
A Fontanellato sostiamo all’area sosta camper per 10 euro ogni 24 ore.
Vicino passa l’autostrada del Sole, cosa che provoca un continuo ronzio nella testa. Inoltre visivamente dei grandi pannelli solari, che coprono l’intera area, rendono il posto un po’ triste e lugubre, sensazione ulteriormente incrementata da questa nebbia incessante.
Rocca di San Vitale
Cerchiamo, insieme ad una cache che, però, non troviamo, opportunità di riscatto per Fontanellato, recandoci nel centro del paese. Qui la cittadina ha modo di riguadagnare stima grazie alla Rocca di San Vitale, la cui prima torre risale ben al 1124. La caratteristica che ci sorprende di più di questo castello è, però, il fossato che la circonda completamente ed è, ancora oggi, ricco di acqua, e di pesci, grazie al contributo costante delle risorgive, di cui la campagna parmense è costellata.
Facciamo prima un giro nel cortile interno, per ritrovarci, pochi passi dopo, in un giardino pensile a ridosso delle mura. Le sale della Rocca sono oggi sede del municipio e solo alcune al primo piano sono aperte al pubblico, ma solo in determinati orari.
La piazza antistante il castello è ampia e conduce lo sguardo sulle vecchie scuderie della rocca, trasformate nel corso del tempo in caratteristici portici.
Percorriamo tutto il perimetro della rocca sul marciapiede lungo il fossato, restando incantati dai riflessi del castello nell’acqua in cui si tuffa.