Siamo diretti in Toscana. Facciamo una tappa intermedia a Vignola e ne visitiamo la Rocca. Alcune peripezie ci attendono lungo il tragitto. Visitiamo alcune delle mete turistiche più note della Toscana e alla fine arriviamo sulla costa tirrenica passando dall’entroterra collinare.
27 ottobre 2017
Vignola, portiamo le arance per Foscolo
Raggiungiamo facilmente Vignola e poi, attraverso un vicolo un po’ stretto, il parcheggio di fronte al Circolo Arci, dove abbiamo intenzione di sostare. Il luogo, pur essendo molto bello paesaggisticamente, si trova proprio a ridosso delle sponde del fiume Panaro e purtroppo, come ogni “giardino” pubblico che si rispetti, non capiamo bene da chi sia frequentato.
Sulle rive del Panaro
Andiamo a fare un giro di perlustrazione e arriviamo proprio in riva al fiume. Il terreno è costellato di conchiglie e qui la natura è dirompente, ma noi umani dobbiamo rovinare le cose più belle. Infatti, qua è là, spuntano ruderi poco rassicuranti e rifiuti abbandonati, facendo capolino tra le fronde degli alberi e l’erba alta.
La Rocca Di Vignola
Andiamo a visitare la Rocca e il centro del paese. Degna di considerazione dove essere la scala a chiocciola del Palazzo Barozzi, ma al nostro arrivo lo troviamo chiuso, così che ci dedichiamo alla Rocca, principale punto di interesse di Vignola.
Un cartello ci avverte che i cani non sono ammessi, ma su concessione del custode, dati i pochi visitatori presenti all’interno della Rocca, Milka, con i suoi falsi occhi dolci da venduta, può entrare.
L’ingresso è del tutto gratuito, perciò non ci aspettiamo un interno così strepitoso, perfettamente conservato in seguito al recupero architettonico e pittorico delle sale ai primi piani.
La prigione di Foscolo
Inoltre, nella torre Nonantolana, scopriamo la prigione in cui venne rinchiuso, seppur per qualche giorno, Ugo Foscolo.
Questo avvenimento non è descritto né nella Rocca né sui libri di scuola, ma pare che nel 1799, a 24 anni- correvano altri tempi proprio- Foscolo fosse impegnato in politica e combattendo contro gli austriaci per riconquistare Cento, rimase ferito in battaglia. Fu così trasferito, per curarsi, nel monastero di Monteveglio sotto falso nome. In questo luogo, una guardia lo credette un agente austriaco e lo fece arrestare. Che sfortuna, povero Foscolo: essere scambiato proprio per un austriaco, dopo tutto l’impegno per combatterli.
Impieghiamo circa due ore a visitare tutta la Rocca, che presenta tantissime stanze e quando usciamo abbiamo ancora il dubbio di aver tralasciato qualche pezzo.
Alla ricerca di una sosta notturna
Il sole sta ormai tramontando e non ci fidiamo a sostare nel parcheggio in riva al fiume.
Dopo una ricerca infinita, durata ore a perlustrare la campagna modenese, perché scopriamo che le coordinate dell’applicazione che stiamo usando per trovare una sosta, sono tutte sballate, arriviamo nell’area sosta con carico e scarico della vicina Montale, in cui ci avventuriamo la mattina seguente.
28 – 29 ottobre 2017
Spostiamoci nei dintorni di Firenze: i canini toscani
Montale: Terramara e cimiteri
Ci svegliamo a Montale per vivere questa nuova giornata. Prima di partire visitiamo la Terramara, un villaggio dell’età del bronzo , oggi fedelmente ricostruito.
Passiamo accanto al cimitero e ci soffermiamo solo ad ammirarne il sontuoso ingresso, colpiti dal possente cancello con impresso il sole da una parte e la luna dall’altra, senza sapere che all’interno del camposanto giace sepolto Pavarotti.
Il villaggio è chiuso, ma riusciamo, comunque, a sbirciare tra i pali di legno che lo rinchiudono.
Riprendiamo il nostro viaggio, ripercorriamo le campagne passate al tappeto la sera prima e con la luce del giorno tutto è diverso, più caratteristico e meno stressante.
Fiesole: quelle stradelle…
Siamo diretti a Fiesole, ma non sappiamo che per arrivarci bisogna passare necessariamente per Firenze, che per quanto bella sia, è rimasta ai tempi dei guelfi e ghibellini come viabilità, così ci perdiamo in una strada con salite pazzesche che diventa sempre più stretta.
Ci spaventiamo e quando raggiungiamo Fiesole facciamo solo un paio di foto e scappiamo. In realtà appena si arriva basta seguire le indicazioni dei parcheggi e lì sia la strada per accedervi che gli spazi sono meno angusti, infatti, i camper parcheggiati sono sempre parecchi. La vista su Firenze da Fiesole è degna della sua fama, quindi godetevela più di noi. È comunque un posto elegante e turistico e abbiamo il sospetto che i prezzi non siano proprio economici.
Firenze: Piazzale Michelangelo
Ci lasciamo Firenze alle spalle per tornarci la sera successiva con un amico della zona, che ci fa da accompagnatore e guida, onde evitare di perderci di nuovo. Andiamo a Piazzale Michelangelo e anche qui parcheggiare è difficoltoso, facciamo una sosta con le quattro frecce solo il tempo di fare le nostre due foto notturne di Firenze dall’alto e ritorniamo a Sesto Fiorentino dove sostiamo un paio di giorni.
Sesto Fiorentino: enorme area cani
Sembra banale ma per visitare le grandi città è meglio sostare nei paesi vicini e spostarsi coi mezzi, Sesto ci sembra una buona soluzione al problema viabilità contorta fiorentina.
Abbiamo bisogno, però, di tranquillità quindi non andiamo più a Firenze, che abbiamo già visto in altre occasioni e restiamo a goderci il parco pubblico alle nostre spalle, che ha l’area cani più grande mai vista. È qui che impariamo che tutti i cani in Toscana sono “i canini”, attenzione a non confondersi.
30 Ottobre 2017
Monteriggioni: incoronati Cavalieri
L’area sosta di Monteriggioni
Di buon ora ci rimettiamo in viaggio. Siamo diretti a Siena, ma strada facendo ci fermiamo qualche chilometro prima, all’area di sosta di Monteriggioni.
L’area non è affatto economica ma è in una ottima posizione ed è dotata di tutti i servizi. L’energia elettrica della colonnina ha però dei picchi di corrente e un cellulare si fulmina appena lo mettiamo sotto carica. Pensiamo di comprare uno stabilizzatore, che costa comunque meno di un altro nuovo cellulare.
Un altro inconveniente è quello di restare sotto la doccia insaponati senza più acqua perché il credito della tessera esaurisce. Il potere della tecnologia.
Monteriggioni
Nonostante le disavventure teniamo alto l’umore, visitando Monteriggioni. Sorge sul monte Ala, seguendone perfettamente la forma, risale al medioevo e nasce come castello a difesa della Repubblica di Siena. Da qui passa la via Francigena, che se oggi è percorsa solo da pellegrini, all’epoca era un’importante via di comunicazione da tenere sotto controllo.
Saliamo sulle mura, dove degli appositi camminamenti ci consentono di vedere tutte le colline senesi circostanti e la Valle D’Elsa. Con lo stesso biglietto possiamo entrare nel museo del medioevo, anche con Milka.
Un museo divertente
Non aspettatevi il classico museo per addetti al lavoro, come insegnanti e storici, con sale noiose e didascalie infinite.
Si possono provare le armature, le protezioni in maglia usate dai cavalieri, si posso indossare i guanti e afferrare con una mano lo scudo e con l’altra le balestre, gli archi o le spade. Il divertimento è assicurato e, per pochi euro, vale la pena visitarlo. È molto piccolo e riporta anche le informazioni delle battaglie avvenute a Monteriggioni.
Siamo in un borgo celebre
Altra scoperta che facciamo uscendo dal museo è che Monteriggioni non solo è un paese famoso nell’antichità tanto da essere citato come similitudine da Dante in un canto dell’inferno, ma è celebre anche ai nostri giorni, perché vi è ambientato il noto videogioco Assassin’s Creed.
La lezione del viaggio
Abbiamo avuto delle disavventure in questi giorni, tra non trovare dove sostare nella campagna modenese, tra il perdersi nel traffico di Firenze e tra l’addio del cellulare, ma Monteriggioni ci rasserena, trasmettendoci tutt’altro senso delle cose, rispetto a come le avremmo recepite se fossimo stati, magari, già arrabbiati per il lavoro insoddisfacente o qualsiasi altra costrizione. Quanto davvero sono importanti queste disavventure nel complesso del nostro viaggio, quando ti svegli la mattina e hai tutto questo spettacolo davanti agli occhi? Allora, continuiamo a meravigliarci del nostro mondo, invece di piangere un cellulare morto.
31 ottobre 2017
Volterra: vogliamo andare in prigione
Finalmente nel viaggio tra Monteriggioni e Volterra abbiamo occasione di vedere la Toscana come ce l’aspettavamo: colline su colline, fino a quando lo sguardo non si perde.
Per sostare a Volterra non troviamo grosse difficoltà: parcheggiamo nei pressi della Coop, dove facciamo un po’ di spesa.
Splendida Volterra
Anche Volterra non ci delude con la sua visuale che spazia fino al mare, con i suoi tramonti infuocati e vicoli caratteristici.
Volterra è famosa per l’estrazione dell’alabastro, ma l’impressione che ne abbiamo noi è che lo si trovi soprattutto nei negozi anziché negli edifici della città come pensavamo.
Gran parte di Volterra è costruita invece con enormi massi di pietra locale.
In pieno centro restiamo affascinati dall’allestimento del set cinematografico della serie tv “I Medici”, proprio di fronte a Palazzo dei Priori.
Alla faccia della prigione
Dopo aver curiosato il backstage, ci dirigiamo verso la Fortezza Medicea, attirati dalla sua maestosità. In un primo momento siamo intenzionati ad entrare per visitarla: la crediamo un castello-museo e invece scopriamo essere il carcere di Volterra.
Ne percorriamo tutto il perimetro ed è veramente colossale; da fuori fa impressione credere che al suo interno non vi siano cavalieri e dame, bensì detenuti.
1 Novembre 2017
Le Gorette: spreco all’asta
Visto da Volterra il mare sembra a un tiro di scoppio, così rivoluzioniamo qualsiasi piano fatto fino al giorno prima e andiamo a Cecina, a Le Gorette.
In realtà per raggiungere il lungomare ci impieghiamo poco più di un’ora.
Sostiamo proprio sul mare e anche qui abbiamo occasione di fare il pieno di tramonti.
Con una passeggiata sulla spiaggia raggiungiamo il porto di Cecina.
Ex Villaggio Turistico Francese
Strada facendo ci imbattiamo nell’Ex Villaggio Turistico Francese, la cui gestione è stata venduta all’asta quasi un anno prima; si tratta di un’area enorme, proprio di fronte al mare, che però, quando passiamo noi è completamente abbandonata all’incuria e al degrado.
Uno spreco di opportunità all’italiana, unito all’inciviltà di pochi irrispettosi dell’ambiente e delle cose altrui, sempre pronti a comportarsi da vandali.
Dispiaciuto nel vedere questo scialacquamento, ma del tutto impotenti di fronte al degrado, decidiamo di trascorrere la nostra seconda notte non più isolati nel nulla de Le Gorette e ci spostiamo all’area sosta a Mazzanta, in questo periodo gratuita durante la settimana.
Si conclude così questo splendido viaggio, che a tratti ci ha messo alla prova.
Sappiamo che la strada da fare è tanta, sia in chilometri per poter visitare il nostro splendido Paese, sia dentro di noi per restare in equilibrio davanti alle avversità, ma sappiamo anche che se non seguiamo la nostra via, provando e riprovando, mai sapremo se potremmo farcela. Per quest’ultimo motivo continueremo a viaggiare.