Per un fine settimana piovoso decidiamo di andare a Schilpario in camper muniti di trench e piano A e piano B.
Schilpario perché e come lo abbiamo scelto
Schilpario è un borgo di montagna abitato da poco più di mille persone nella cornice delle Orobie. Siamo in provincia di Bergamo e la vallata in cui si allunga l’abitato di Schilpario è l’austera e dolomitica Val di Scalve.
Scegliamo un weekend piovoso per raggiungerla in camper, ma i nostri piani prevedono una buona soluzione, ombrelli, mantelle e ovviamente il tetto di Argo, la nostra arca a forma di camper.
I ricordi che ho di Schilpario sono legati alla prima volta su un paio di sci di fondo nell’infinita abetaia (non a caso si chiama Pista degli Abeti). Sono ricordi di aria pungente nel naso, magliette sudate e un gran silenzio tutt’intorno. Il bosco di abeti segna da un lato il confine del paese e gli regala i profumi e gli scenari tipici di una vera località di montagna.
La strada fatta per raggiungere Schilpario in camper
Decidiamo di raggiungere Schilpario dalla provincia di Brescia. Evitiamo così il Passo della Presolana, a cui vorremmo dedicare una visita a parte, ma sempre in camper.
La strada che sale da Darfo Boario Terme fino a Schilpario (sì, perché anche se non lo dà a vedere sale fino ai 1.135 m s.l.m. del centro abitato) non ha pressoché stretti e impegnativi tornanti. È la Strada Provinciale 294 della Val di Scalve e si snoda all’interno di un canyon scavato dal torrente Dezzo.
Passiamo accanto all’attacco del suggestivo sentiero della Via Mala, quella che si ghiaccia d’inverno diventando uno spettacolo di stallatiti e stalagmiti di ghiaccio. Insomma per qualche chilometro qui la strada per Schilpario è solo un po’ stretta e bisognerà prestare attenzione al ritorno alle pareti con le loro rocce spioventi.
Dove si può sostare a Schilpario in camper
Per sostare col camper a Schilpario ci sono diverse possibilità. C’è all’inizio del paese il campeggio Alpen che ha anche la soluzione solo sosta e scarico nel parcheggio esterno. Risulta comodo per andare a vedere le Cascate del Vo’ altro nostro nodo al fazzoletto.
Si può sostare anche nel parcheggio davanti al campo sportivo che è più in centro.
Noi optiamo per restare parcheggiati fuori dal paese appena prima che la strada si faccia stretta e ripida verso il passo del Vivione. Siamo di fronte al Centro Raid Avventura, perché andiamo a visitare la Miniera Gaffione e saliamo per un piatto di polenta al Rifugio Cimon della Bagozza.
La traccia omaggio per questo nostro viaggetto a Schilpario è la Panchina Gigante e per visitarla parcheggiamo il camper un paio di ore davanti al cimitero.
Bene ora che vi abbiamo detto come ci siamo piazzati vi raccontiamo quali emozioni ci ha regalato Schilpario.
Cosa abbiamo visto: Miniera Gaffione
Iniziamo subito con un pezzo forte, la Miniera Gaffione (qua trovate tutte le informazioni per prenotare la vostra visita). È il vero motivo per cui abbiamo scelto questa meta. Abbiamo pensato che anche in caso di pioggia avremmo potuto comunque visitarla. Copritevi lo stesso bene e indossate scarpe da montagna.
Se infatti entriamo in miniera con un trenino, dopo alcuni metri e qualche minuto si scende e si procede a piedi scendendo una scalinata che sembra portare al centro della Terra. La visita è guidata, illustrata (nel vero senso della parola perché c’è all’interno delle galleria la riproduzione di alcune foto dell’epoca) e esperienziale. Quest’ultima caratteristica è quello che ha reso per noi la Miniera Gaffione indimenticabile, come succede spesso quando il visitatore è messo al centro di quello che vede.
Così, entriamo in miniera ridendo, camminiamo sbattendo (più Gabriele, che io data la mia altezza minimal) il caschetto (santo subito) contro il soffitto (e ancora ridiamo, ma un po’ meno) per infine uscirne pensierosi e con molte domande sul senso dei nostri giorni, così diversi da quelli dei minatori.
Quello che ci ha toccato sono le gerle di 25 chilogrammi portate da bambini di 8, 9 anni; sono stati i pali sveglia (che paura sentirli scricchiolare); è stato quel momento in cui ci hanno fatto provare a sollevare i 27 chilogrammi della “spùsa”, il martello pneumatico che tutti i minatori hanno abbracciato più delle loro donne (l’aveva già incontrato in Sardegna nella Grande miniera di carbone di Serbariu).
Le guide hanno anche acceso la lampada a carburo con dieci gocce di acqua e poi hanno spento tutte le luci e poi ancora c’è stato il nero completo per far vedere il silenzio e far sentire il buio. Capite perché non potevamo che uscirne con delle domande e dei paragoni con la nostra vita? Guardate il video per ascoltare le nostre considerazioni.
Cosa abbiamo fatto: trekking al Rifugio Cimon della Bagozza
Per la notte non ci spostiamo col camper perché il giorno dopo vogliamo salire al rifugio Cimon della Bagozza e il parcheggio di fronte al centro Raid Avventura ci fa risparmiare i 4 chilometri che ci separano dal centro abitato di Schilpario.
Così, spinti più dalla gola che dalle gambe alla domenica partiamo di buon ora sperando che il bel sole che ci ha dato il buongiorno resista alle nubi. Nel bosco siamo trattenuti ogni due passi e invece di metterci un’ora e quarantacinque minuti come previsto dal segnale CAI ce ne impieghiamo circa tre.
La colpa è tutta della natura. Tappeti di crocus, formiche Rufa, fiori di tutti i tipi, chiazze di neve, ruscelli, code di slavine invernali e non ultime le montagne sempre più severe e rocciose più saliamo. Arriviamo al Rifugio e ci fermiamo a mangiare. Purtroppo, al di là delle vette, dalla Valcamonica, arrivano minacciosi e scuri nuvoli che ci invitano a tornare sui nostri passi, ma voi sappiate che proprio dal rifugio “incomincia il bello” che continua per tutta la Conca dei Campelli fino al rifugio Campione.
Bonus track: Panchina Gigante
Come ultima passeggiata prima di tornare a casa ci concediamo in questo nostro album scalvino un bonus track di tutto rispetto: la panchina gigante. Parcheggiamo il camper davanti al cimitero e da qui si può già vedere la Big Bench.
I colori sono rosso e giallo e il sentiero per raggiungerla parte dal centro del paese a qualche centinaio di metri dal nostro parcheggio. Non è impegnativo e nemmeno lungo (circa dieci minuti dall’abitato) solo nell’ultimo tratto è un po’ stretto compiendo un traverso in verdi pascoli.
Qui di seguito vi lasciamo la nostra info box con tutte le indicazioni. Speriamo che anche questo articolo vi sia piaciuto e di avervi fatto scoprire un altro piccolo tesoro della nostra bella Italia.